PHOTO
Il filosofo Massimo Cacciari
Elezioni regionali in Lazio e Lombardia e primarie del Pd si avvicinano e il percorso congressuale dem si accinge alle sue battute finali. I riposizionamenti di correnti e big sono ormai al completo e i quattro candidati alla segreteria (Bonaccini, Schlein, De Micheli e Cuperlo) provano a guadagnare consenso senza andare troppo per il sottile. E così l’innovatrice Schlein, ad esempio, si è ritrovata tra i sostenitori una larga pletora di ex Pci, Ds e Articolo 1, ma anche big di apparato che hanno fatto la storia del partito.
Professor Cacciari che idea si è fatto di questa imbarcata rossa che sosterrà Elly Schlein alle primarie per l’elezione del nuovo segretario del Pd?
In realtà mi sembra logico. Gli esponenti provenienti da Articolo 1 possono trovare spazio soltanto accompagnandosi alla Schlein che è una candidata abbastanza fuori dall’apparato. Se uno spazio possono trovarlo credo sia proprio lì, ma va comunque fatto notare che non contano nulla e credo possano spostare lo 0,1 per cento del consenso.
Ma possono creare qualche imbarazzo al suo progetto di rinnovamento?
Non creano imbarazzo e Schlein fa bene: deve pescare dappertutto se vuole avere qualche possibilità di vittoria.
Con lei colonne portanti del partito, anche a livello organizzativo, come Dario Franceschini e Francesco Boccia…
Si ripropone, in qualche modo, una distinzione tra un’ala più vicina agli antichi Ds e una vicina agli antichi margheritini. Francamente mi sembra tutta robetta di cui non è possibile interessarsi.
De Micheli ha lanciato un allarme su una possibile infiltrazione del congresso da parte di ex grillini e tramite il voto online privo di controllo. È un timore fondato?
Mi sembra impossibile che possa esserci un controllo senza una seria struttura organizzativa e in una situazione così paludosa, come quella in cui si trova il Pd adesso, non è possibile che ciò avvenga. Del resto anche in altre primarie si sono registrati scandali e scandaletti. È evidente che se manca l’organizzazione il rischio di anomalie cresce.
Le possibili adesioni di Giarrusso, Di Maio e Spadafora sembrano essere congelate. Crede che ci possa essere una grillinizzazione dem e che influenza potrebbe avere sul congresso?
Penso proprio zero influenza. Stiamo parlando di persone che ormai avranno piccoli feudi nei loro territori e niente più. Mi pare che la figura politica di Di Maio sia tramontata, ammesso che sia mai sorta. Adesso esistono i Cinque Stelle di Conte che hanno una ragione di essere proponendo un modello di socialdemocrazia assistenzialista. Il Pd, invece, continua a non essere né carne, né pesce. Negli ultimi 15 anni si sono limitati a fare i ministeriali e a garantire la governabilità e adesso che non sono al governo sono più fritti di prima. Vedremo se al congresso verrà fuori qualcosa di diverso, ma al momento si osserva solo una realtà illeggibile.
Che si aspetta da questi ultimi giorni di campagna elettorale?
Niente di particolare. Vincerà Bonaccini con il 90 per cento delle possibilità e poi vedremo cosa riuscirà a combinare di diverso da Zingaretti, perché rischiamo il bis, ma con la differenza che allora il Pd era il primo o il secondo partito in Italia, con molti più voti di adesso ed è finita come è noto.
Che analogie vede tra Bonaccini e Zingaretti?
Sono uguali, entrambi nascono da una realtà regionale e si candidano alla segreteria del partito contro la direzione uscente, proponendo un grande rinnovamento. Zingaretti poi non è riuscito a combinare niente. Bonaccini ha la sua stessa storia, soltanto che viene da una realtà sociale e politica leggermente differente. Vedremo se riuscirà a combinare qualcosa di diverso.
Cosa dovrebbe fare il nuovo segretario del Pd appena eletto?
Organizzare il partito, decentrare, valorizzare i territori e puntare su quelle poche realtà che esistono e hanno un radicamento territoriale. Poi dovrà valutare che linea politica assumere nei confronti dei Cinque Stelle e cercare di stringere con loro nuovi rapporti che abbiano un minimo di strategia comune. Sarà necessario inventarsi qualcosa di concreto e innovativo sulle politiche fiscali e sociali, nonché ripensare e rivedere il reddito di cittadinanza.
Anche al fine di una maggiore efficacia nell’azione di opposizione al governo?
È evidente. L’opposizione al governo di centrodestra deve essere ancora creata perché adesso non esiste.
Le Regionali precederanno le primarie. Possono influenzarne il risultato? Cuperlo ha invitato i candidati alla pace per iniziative comuni in Lazio e Lombardia…
È evidente che possano avere influenza, ma sembrano abbastanza scontate negli esiti. Si deve solo capire quale sarà la portata della batosta, se ci si troverà davanti a una sconfitta onorevole o a una batosta vera e propria. Il gioco è questo e nel Lazio, essendo pure divisi Pd e M5S, temo che sarà dura e si perderà una Regione in cui il Pd era al governo. In Lombardia può darsi che si salvi la faccia. Possono fare tutte le manifestazioni che vogliono, ma il risultato ormai è del tutto scontato.