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La deputata Marta Schifone
Dopo la vittoria elettorale del settembre scorso, Fratelli d’Italia si è ripromessa di mettere in cima alle priorità l’equo compenso delle prestazioni professionali. Un tema già affrontato e portato quasi al traguardo nella precedente legislatura. Ora l’iter parlamentare consente di essere fiduciosi, come evidenzia la deputata Marta Schifone, capogruppo in Commissione lavoro per FdI e presidente del Dipartimento nazionale professioni del partito di Giorgia Meloni. «Quello dell’equo compenso – dice al Dubbio - è un principio di civiltà giuridica, che permetterà ai professionisti, specie ai giovani, di guardare con fiducia nell’intraprendere la libera professione e un percorso lavorativo che non punti al ribasso ma che valorizzi la dignità della proprietà intellettuale».
Onorevole Schifone, sull’approvazione delle disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali si registra un grande attivismo negli ultimi giorni. Siamo vicini alla meta?
Sì, dovremmo essere vicini all’approvazione in prima lettura. È una priorità per Fratelli d’Italia e per tutto il centrodestra, lo dimostra la rapidità con cui è stata ripresentata la proposta di legge, tra le prime presentate dal nostro gruppo parlamentare. Si tratta di un provvedimento fortemente voluto da Fratelli d’Italia, che origina nella scorsa legislatura, quando eravamo vicini all’approvazione, ma lo scioglimento anticipato delle Camere ne ha interrotto l’iter. In questa occasione, dopo un rapido ma approfondito esame in Commissione, è approdato questa settimana in Aula. Abbiamo così dimostrato la nostra attitudine alla coerenza.
Si tratta di una legge che conferirebbe piena dignità al lavoro dei professionisti, avvocati compresi. L’iter parlamentare si è presentato e si presenta complesso?
Si tratta di un principio di civiltà giuridica che permetterà ai professionisti, specie ai giovani, di guardare con fiducia nell’intraprendere la libera professione e un percorso lavorativo che non punti al ribasso, ma che valorizzi la dignità della proprietà intellettuale. Se si pensa al complesso dell’iter, senza dubbio il percorso è stato piuttosto articolato. Del resto dall’abrogazione dei minimi tariffari, voluta dal governo Monti, che affondava le sue radici nel decreto Bersani sulle liberalizzazioni del 2006, i professionisti italiani lottano senza soluzione di continuità con contrattazioni al ribasso che mortificano il lavoro svolto. Il percorso legislativo perdura da anni, è stato davvero in salita, con repentine interruzioni ed accelerazioni. In questa legislatura, però, c’è stata ampia convergenza da parte di tutte le forze politiche, così da essere approvata in Commissione all’unanimità l’iniziativa parlamentare che reca come prima firma Meloni.
Come funziona il nuovo equo compenso?
Il nostro impegno in questo provvedimento è stato quello di garantire le giuste tutele per il comparto professionale. Tutto l’impianto della proposta di legge, a prima firma Giorgia Meloni, verte sulla battaglia a difesa di un diritto costituzionalmente sancito. Lo scopo della disciplina è la applicazione di un principio di merito: assicurare una equa e giusta remunerazione per il lavoro prestato. Con questo provvedimento, avremo la certezza di polverizzare quei meccanismi economico- finanziari che hanno visto, in questi anni, prevalere la committenza forte. Tra questi, purtroppo, c’è anche la Pubblica Amministrazione che ha pubblicato bandi con compensi minimi o, addirittura, a titolo gratuito per il professionista, come è capitato in varie fattispecie. Questa è una cosa inaccettabile, dopo l’approvazione del testo, casi come questi non saranno più possibili. Ma mi faccia sottolineare un altro aspetto.
Dica pure.
Abbiamo piantato un paletto legislativo che poi può essere esteso e ampliato nel campo del mondo produttivo pubblico e privato per regolamentare i rapporti con gli operatori economici, convinti come siamo da tempo, che la concorrenza sregolata nel lavoro intellettuale, non può che evolvere in una inevitabile mancanza e perdita di qualità della prestazione. I professionisti sono i difensori degli italiani, difendono i loro diritti e salvaguardano i valori costituzionali che rappresentano: dalla giustizia alla salute, al risparmio, all’ambiente. Un professionista tutelato assicurerà sempre e comunque un cittadino garantito.
Il suo partito si farà promotore di altre iniziative in favore dell’avvocatura e delle professioni in genere?
Assolutamente sì. I professionisti per noi sono un modello sociale e valoriale a cui ci ispiriamo e a cui aspiriamo. Sono i portatori dei valori fondati su meritocrazia e competenza. Saranno pertanto al centro dell’agenda politica. Abbiamo intenzione di lavorare alla riforma della sussidiarietà: semplificazione, sburocratizzazione, declinando proprio questo principio. Un grande lavoro va fatto per sostenere i giovani professionisti, puntando su digitalizzazione e transizione professionale, senza dimenticare il contrasto al divario di genere e alle differenze reddituali. Nuovo welfare, nuove tutele e protezioni sociali. Insomma, lavoreremo ad una riforma organica e complessiva che il mondo delle professioni attende ormai da troppo tempo.