Il povero Gramsci teorizzava il partito come un intellettuale collettivo, con l’obiettivo di stabilire la sua egemonia culturale sull’intera società.
Adesso i partiti sono stati distrutti, non c’è più l’intellettuale collettivo, sostituito ( politicamente) dall’ignorante collettivo. Il quale è diventato tale grazie soprattutto ( ma non solo) al MoVimento. Il quale ha stabilito la sua egemonia sì, ma della non cultura. Conduce la “lotta di classe” non contro i capitalisti, ma contro la politica.
L’esempio più attuale? La Casta che finisce per combattere contro se stessa: il Parlamento infatti ha punito i parlamentari passati, presenti e futuri.
A simbolo di tutto ciò, abbiamo visto le forbici agitate in piazza da Luigi Di Maio per celebrate il taglio dei deputati e senatori.
Adesso qualcuno si accorge che, senza una adeguata legge elettorale, non saranno rappresentate intere aree, né intere minoranze. Sarà possibile che ristrette maggioranze, ancorché improvvisate, potranno cambiare la Costituzione facendone a pezzi le garanzie.
Ma ormai è tardi. Come il pifferaio di Hamlin, Grillo ha condotto una intera classe dirigente politica a fare harakiri, inabissandosi nel fiume del populismo.