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Renziano della prima ora e oggi deputato di Italia Viva, il parlamentare romano Luciano Nobili non ama i giri di parole e lo ripete da giorni, senza aspettare gli esiti del vertice sulla giustizia del 9 gennaio: «Sulla prescrizione siamo sereni: partecipiamo a tutti i tavoli, ma se Bonafede non cambia linea noi voteremo la legge Costa».
E’ una provocazione?
Nessuna provocazione, solo coerenza. Noi siamo leali con la maggioranza ma anche fermi sulle nostre posizioni: siamo disposti a discutere di tutto, ma dentro i margini di una riforma seria del processo penale. Lo abbiamo detto a Bonafede: bisogna costruire un sistema che garantisca la durata ragionevole dei processi, la certezza della pena e i diritti degli imputati. Ora, invece, mi sembra che spicchi solo l’impuntatura del Guardasigilli, che ha voluto far entrare in vigore questa barbarie giuridica.
Il tavolo di giovedì servirà?
Noi siamo sereni, pronti al confronto ma anche a dare battaglia perchè un processo senza fine è il contrario di una giustizia giusta. Del resto, contro lo stop alla prescrizione si sono levate voci trasversali, ultima anche quella di Giuliano Pisapia. Suggeriamo, però, che i tempi del tavolo siano brevi: noi siamo disposti a trovare una soluzione dentro la maggioranza, altrimenti glielo ripeto: voteremo la legge Costa.
Non teme che questo possa provocare una crisi di governo?
Ci dipingono come i pierini dell’Esecutivo, invece vorrei ricordare che questo governo è nato grazie a Matteo Renzi, lo scorso agosto. Vogliamo che la legislatura vada avanti, ma non ci possono chiedere di cedere sui principi fondanti dello stato di diritto e sui tempi certi del processo. Facciamo il tavolo, ma se non si arriva a una soluzione ognuno si assumerà le proprie responsabilità, serenamente.
E se si trattasse di votare la proposta di legge del Pd, invece che quella di Costa?
Guardi, per come la vedo io ora la palla è in mano a Bonafede, non al Pd. E’ lui che deve decidere se cominciare a discutere invece che rimanere arroccato. Quanto alle proposte, se ne possono avanzare moltissime ma trovo che la più convincente rimanga quella di Costa, che dovrebbe piacere anche al Pd...
In che senso?
La legge Costa di fatto prevede il ritorno alla riforma Orlando. Mi sembra quantomeno curioso che il Pd non sia d’accordo. Capisco che il loro lavoro di fusione con i 5 Stelle sia in stato molto avanzato, ma mi auguro non fino a questo punto.
A proposito di tavoli, Italia Viva è pronta a quello per decidere l’Agenda 2020?
Siamo così pronti da avere già le proposte scritte. Mentre il premier Conte porta sempre più lontano il momento del confronto, noi teniamo così tanto alla durata del governo che abbiamo già fatto i compiti. Il Conte2 è nato per scongiurare l’aumento delle tasse e allontanare il pericolo sovranista dalle istituzioni, ora però deve darsi le gambe per durare fino all’elezione del presidente della Repubblica.
Voi cosa proponete?
Due obiettivi ambiziosi: la riforma dell’irpef, una tassa vecchia che va revisionata per renderla più equa e soprattutto un piano shock per le infrastrutture. Abbiamo previsto 120 miliardi già finanziati di opere pubbliche: ponti, strade, ferrovie, scuole e 30 miliardi per misure contro il dissesto idrogeologico. Noi abbiamo individuato come spendere questi soldi, opera per opera, e porteremo la proposta al tavolo di Conte. Per ripartire, l’Italia ha bisogno di cantieri e di lavoro, non di reddito di cittadinanza.
I risultati emiliani condizioneranno la tenuta del governo?
No, perchè Stefano Bonaccini vincerà. Sta facendo una campagna straordinaria, senza sbagliare una mossa e un tono, e Italia Viva è impegnata in prima linea a sostegno della sua lista. Detto questo, credo che il risultato varrà per l’Emilia Romagna, non per altro. Certo, se la maggioranza eviterà scivoloni come quello umbro, con la foto di gruppo di Zingaretti, Di Maio e Conte, si riuscirà a tenere meglio distinti i piani. In ogni caso, credo che dall’Emilia arriveranno solo segnali positivi.