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Salvini
Ex colonnello berlusconiano e ora libero da cariche politiche, Fabrizio Cicchitto parla a tutto campo di Salvini, Afghanistan e Quirinale, puntando il dito contro il leader della Lega, che accusa di «cinismo e opportunismo» e spiegando che l’unica via per la salvezza dell’Italia è che Draghi e Mattarella rimangano ai loro posti ancora per un po’. Confida che a Roma voterà Calenda, «che non è simpatico ma è professionale» e che Torino è l’unica città dove il centrodestra potrebbe pensare di vincere alle prossime Amministrative, «perché la politica non si fa solo sui voti ma serve anche una classe dirigente».
Come giudica questa Lega di lotta e di governo?
Opportunismo e cinismo contraddistinguono da sempre la politica di Salvini. Per due terzi il suo elettorato segue green pass e vaccini ma nel restante ci sono anche componenti inquietanti di no vax, come Francesca Donato, parlamentare europea che nega il vaccino alla radice. Dopodiché deve fare i conti con i suoi governatori di Regione e con il sindacato interclassista del Nord che lavora come fornitore e subforniture delle industrie tedesche, e cioè a favore dell’Euro, alla faccia di Borghi e Bagnai, e a favore dei vaccini per assicurare l’attività industriale.
Quanto può durare un atteggiamento del genere?
Salvini gioca su due tavoli e può farlo perché poi c’è Draghi che mette insieme i cocci e c’è il resto della maggioranza che vota i provvedimenti del governo quando lui invece vota gli emendamenti di Fratelli d’Italia. Da Bologna in su la Lega è una cosa serissima, da Roma in giù ha inglobato di tutto e questo pesa notevolmente nelle strategie politiche. Ma il punto che a me preoccupa di più è un altro.
Quale?
Io capisco che la Lega si batta per la flat tax, capisco anche se non condivido quota 100, capisco le polemiche sull’immigrazione. Quello che mi allarma è la posizione sulla sanità. Quando non c’erano i vaccini Salvini era già contro le mascherine, andava ai convegni di negazionisti alla Camera senza mascherina ed esibiva selfie con persone sconosciute senza protezioni. La Lega di oggi contesta capisaldi fondamentali per la tutela delle persone e questo è estremamente pericoloso. Basta guardare agli Stati Uniti, dove c’è stato un pazzo irresponsabile come Trump che ha trascinato una parte cospicua del partito repubblicano nel sottovalutare la situazione e ora, nonostante la campagna vaccinale di Biden, il paese fatica a uscire dalla pandemia.
Stando così le cose, come può continuare questa maggioranza a sostenere il governo fino al 2023?
Se fossimo in una situazione normale avremmo già avuto tre crisi di governo. Ma vista la situazione di emergenza e a meno di atti inconsulti, si andrà avanti con questo esecutivo fino al 2023, come io mi auguro. I Marx e gli Engels moderni, cioè Borghi e Bagnai, che vorrebbero rompere tutto, dimenticano un piccolo particolare: da tempo, per fortuna e anche grazie a Draghi, abbiamo una Bce che sta comprando miliardi e miliardi di nostri Btp. Qualora questo meccanismo si fermasse, se Borghi e Bagnai dovessero comprare dei Btp li dovrebbero comprare con tassi del 7 o del 10 per cento. Non penso che gli converrebbe.
Insomma Draghi deve andare avanti per una questione di credibilità internazionale?
Dobbiamo dare la percezione di essere un popolo serio guidato da una persona seria, come Draghi, altrimenti speculatori e società di rating non aspettano altro di trovare un paese fragile per guadagnarci sopra. Draghi è il meglio che abbiamo, vista la posizione di Lega e Fratelli d’Italia e vista l’estrema fragilità del Movimento 5 Stelle e di almeno metà del Pd.
A cosa si riferisce?
Quando sento Bettini dire che questo non è il governo del Pd mi vengono i brividi e mi chiedo: qual è il suo governo? Quello Conte- Travaglio? Parliamoci chiaro, c’è una crisi di leadership a livello europeo, visto anche l’ormai imminente addio della Merkel. Un intellettuale post marxista, Georgij Plekanov, ha scritto un libro dal titolo La funzione della personalità nella storia e Draghi potrebbe benissimo esserne il protagonista.
Il presidente del Consiglio è a capo del G20 in un periodo estremamente complicato, dopo i fatti di Kabul. Cosa vuol dire per l’Italia questa posizione?
Trump ha fatto errori inimmaginabili, ma Biden con il disastro afghano ha rinnegato la sua promessa di ritorno del multilateralismo. Di conseguenza siamo tutti più soli e Draghi in questo è una garanzia, perché sta tenendo in piedi la credibilità di questo paese. L’Italia ha un’opportunità straordinaria e di conseguenza non vedo possibilità di eleggerlo presidente della Repubblica e di andare a elezioni magari trovandoci presidente del Consiglio Salvini o Conte.
Al Colle ci arriveremo, ma prima c’è lo scoglio Amministrative. C’è il rischio che il centrodestra, pur avendo un ampio consenso nel Paese, non riesca a strappare nemmeno una delle grandi città al centrosinistra?
Il rischio c’è, perché la politica non si fa solo sui voti ma serve anche una classe dirigente. Basti pensare a Roma, dove il centrodestra aveva una marea di nomi che avrebbero vinto a mani basse e invece ha scelto un personaggio inqualificabile che non voterò mai. Io voterò Calenda, ma non avrei disprezzato altre personalità come Meloni, Rampelli o Bertolaso. Il Pd non sostiene Calenda, che non è simpatico ma è di ottima professionalità, e il centrodestra porta avanti Michetti. È normale che poi perdano. A Milano per il centrodestra vale lo stesso, a Bologna non ne parliamo. A Napoli Manfredi è meglio di Maresca. Solo a Torino vedo possibilità di vittoria.
Eccoci al toto Quirinale. Pensa che i nomi che si fanno in queste settimane, da Draghi a Mattarella, da Casini e Cartabia, siano quelli che poi si giocheranno la partita?
Credo che ne vedremo di tutti i colori. Io la butto lì, anche se so che è politicamente scorretto: l’unica ipotesi plausibile è il prolungamento di Mattarella. Perché il paese si sta reggendo su lui e su Draghi, basti pensare alle parole dette dal presidente della Repubblica sulla libertà alle quali è seguito l’appello di qualche professore universitario con la puzza sotto il naso.
Eppure per la seconda volta si avrebbe la rielezione del presidente dopo Napolitano nel 2015. Non sarebbe troppo?
So che non sarebbe istituzionalmente corretto e sicuramente non andrà così, ma sono una persona libera da cariche politiche e dico quello che penso: per il bene dell’Italia Mattarella dovrebbe rimanere ancora un po’.