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Avviso ai naviganti: il coronavirus e' un accidente serio e seriamente va trattato.
Cio' premesso occorre vigilare affinché la sacrosanta lotta all'emergenza non si risolva in una drastica ed insidiosa riduzione dei nostri diritti di cittadini di uno stato democratico. E quel che gia' e' accaduto in materia di intercettazioni ci dovrebbe far riflettere.
È in momenti così critici che bisogna alzare gli argini a difesa della legalità e dei cittadini.
La paura ed il terrore rappresentano, infatti, lo strumento attraverso il quale i Governanti sottraggono, subdolamente, quote di libertà al popolo.
E così, al tempo del coronavirus ( mentre avevamo lo sguardo distolto dall'emergenza ) il Governo ha trovato il tempo e l'occasione di adottare nel Milleproroghe la riforma delle intercettazioni.
E rispetto ad un così grave colpo di mano, frutto di una cultura pericolosamente giustizialista, il clamore della pandemia ha generato un silenzio insopportabile.
Con la riforma, infatti, viene abolito il divieto di trascrizione del ' materiale irrilevante' ( avente ad oggetto le informazioni ed i fatti strettamente personali estranei al processo penale).
E la cosa strana e veramente paradossale è che questa riforma sia stata avallata dal Partito Democratico che, precedentemente, si era contraddistinto ( attraverso la riforma Orlando) per la tutela dei diritti di riservatezza e rispetto della privacy dei cittadini.
Con un pericoloso sbilanciamento dei rapporti tra i poteri dello Stato che, potrebbe portare al ritorno alle storture del processo mediatico e potrebbe rappresentare un ulteriore preoccupante strumento di pressione e condizionamento nei confronti del Parlamento e, quindi, del Legislatore.
Un Legislatore da troppo tempo ostaggio della ricerca del consenso.
Un Legislatore figlio di un'epoca in cui una democrazia deviata ha perseguito un' eguaglianza formale che rappresenta una sostanziale disuguaglianza.
In un Paese in cui la vulgata del tutti siamo uguali si è tradotta erroneamente e follemente nel tutti siamo capaci di fare tutto, tutti comprendiamo tutto e, quindi, tutti siamo depositari ( in egual misura prescindendo da qualsiasi professionalità) della attitudine ad adottare decisioni in ogni campo.
Peccato che i tanti tuttologi, nella arrogante presunzione di assoluta consapevolezza, abbiano perso per strada la migliore delle virtù: ' L'umiltà'.
Peccato che abbiano abbandonato lo studio e l'approfondimento propendendo per la cultura dello spot. Peccato che abbiano dimenticato Calamandrei quando ha detto che :' La Giustizia é una cosa seria'. E pensare che, in fondo, basterebbe riconoscere di ' sapere di non sapere' per rendersi conto che la Giustizia e la Libertà sono come l'aria ' corri il rischio di accorgerti di quanto valgano quando iniziano a mancare'.
* Presidente Emerito Camera Penale Salernitana