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Onorevole D’Alessandro, perché Italia Viva ritiene necessario il green pass per i lavoratori?
Bisogna stabilire l’obbligo di green pass e conseguentemente lo Stato deve farsi carico di un pezzo di responsabilità che non deve ricadere su imprese e lavoratori. Nel momento in cui si stabilisce che prevale l’obbligo di green pass si deve abbattere il costo dei tamponi e i controlli non devono essere affidati solo alle imprese. Ci vuole una triangolazione tra Stato, lavoratori e imprese.
Landini dice però che i lavoratori senza green pass non debbano essere sanzionato. Cosa risponde?
Non è ammissibile che nel tempo della più grande opportunità della storia d’Italia, cioè quella di ritornare a crescere a livelli mai conosciuti in passato, e in contemporanea in un periodo di grande fragilità, si possa giocare su paura e retorica. Se il sistema produttivo non è messo nelle condizioni di operare, il Paese si ferma e mentre gli altri corrono noi rimarremmo definitivamente indietro. Questa è un’occasione per recuperare i vulnus del passato. Se un grande sindacato come la Cgil non si fa carico di questa responsabilità è fuori dalla storia.
Il segretario, in sostanza, dice che i protocolli bastano e avanzano. È così?
I protocolli hanno svolto un ruolo fondamentale grazie alla collaborazione di tutti, ma rendersi conto che c’è una variante pericolosa e che nel tempo potrebbero essercene e altre e che di conseguenza i protocolli non garantiscono ciò che garantivano prima è un’ovvietà che va a tutela dei lavoratori. Di fronte al virus che cambia devono cambiare anche i protocolli di riferimento.
C’è un’alternativa al green pass?
Con il green pass riusciamo a massimizzare il risultato che altre ipotesi di scuola non garantiscono. Non ci sono soluzioni migliori, soprattutto nei luoghi dove c’è concentrazione di attività umana come scuole e fabbriche. La difesa dei lavoratori passa attraverso la difesa del posto di lavoro, del diritto alla retribuzione ma anche alla difesa della salute dei lavoratoti, che non può essere messa in discussione da pochi che possono rovinare tutto.
E chi non vuole vaccinarsi?
Lo stato esiste perché si fa carico di tutti, non di pochi. E a sinistra questa cosa è fortemente sostenuta, o quantomeno dovrebbe esserlo. La funzione di uno Stato che deve garantire il bene primario della salute e dell’economia non può essere messa in discussione da pochi che legittimamente decidono di non vaccinarsi, ma che non possono di certo costituire la ragion di Stato.
Cosa risponde a chi dice che il green pass dovrebbe essere obbligatorio per i lavoratori a contatto con il pubblico, prima che per altri?
C’è una regola generale per cui per l’accesso gli ambienti chiusi come il ristorante serve il green pass e se serve per il ristorante deve servire anche per la fabbrica. Più si è in un ambiente chiuso e si lavora in prossimità più aumenta il rischio. Quale sarebbe il costo sia per i lavoratori sia per lo Stato se un’azienda dovesse essere costretta a fermarsi per un focolaio?