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Confindustria e Istat confermano le loro previsioni a tinte fosche sul futuro economico italiano, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, si dice ottimista e dà appuntamento tra un anno quando, assicura, «commenteremo una Italia in crescita». N
el rapporto del Centro studi di Confindustria c’è la conferma di quanto già delineato a primavera: secondo gli Scenari di politica economica di autunno, il Pil resterà fermo sia nel 2019 sia nel 2020 sulla base di politiche invariate, ovvero con aumenti di aliquote Iva e accise per 23,1 miliardi di euro e spese indifferibili per 2,7 miliardi.
Se invece l’Iva non aumentasse ( come non dovrebbe aumentare) il tasso di crescita del Pil nel 2020 potrebbe essere leggermente positivo, pari a + 0,4%. Il deficit in rapporto al Pil, però, sarebbe molto più alto, pari al 2,8%, rispetto all’ 1,7% del baseline, e all’ 1,8% del 2019.
Tuttavia «nonostante l’economia italiana sia ferma da più di un anno, i conti pubblici non ne stanno risentendo», rimarca il rapporto. Il Paese è «in bilico tra ripresa e recessione» e appare «ancora sulla soglia della crescita zero, rischiando di cadere in recessione in caso di eventuali nuovi shock, che soprattutto dal fronte estero sono sempre possibili, come mostra l’elevatissimo grado di incertezza oggi presente sui mercati».
Sulla stessa lunghezza d’onda degli industriali, l’Istat secondo cui proseguirà la fase di debolezza economica.
Ottimista è il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. «Il mio obiettivo è rilanciare la crescita e l’occupazione, pensiamo di poterlo fare già da quest’anno, abbiamo un orizzonte triennale molto ambizioso», evidenzia.
«Il governo parlerà con la legge di Bilancio. Io sono più ottimista perchè le stime sulla crescita del rapporto sono pre Nadef e dicevano che se non si disattiva Iva e se aumenta di 23 miliardi la crescita sarà zero, infatti noi la disattiviamo e pensiamo che rilancerà la crescita». Pronta la replica a Confindustria sul Pil 2020: «L’obiettivo dello 0,6% è equilibrato o addirittura prudente».