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Maria Kurinna
Maria Kurinna è esperta di affari internazionali del Centro per i diritti umani della facoltà di giurisprudenza dell’Università dell’Essex, in Inghilterra. Ha vissuto in prima persona il dramma della guerra in Ucraina. «Prima del 2014 – dice al Dubbio - insegnavo giapponese e inglese nella mia città natale, Luhansk. I russi sono arrivati, hanno occupato la mia terra, hanno torturato e ucciso i miei amici e hanno incarcerato i miei familiari. Da qui è nato il mio interesse per i diritti umani. Per otto anni, prima del 2022, come studiosa di diritti umani, ho documentato i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi dai russi in Crimea e nel Donbass, villaggi, case, vite distrutte. Pensavo di aver visto tutto. Così non è stato: non mi sono fatta trovare preparata nel vedere le fosse comuni a Bucha o a Izyum, nel distretto di Kharkiv».
Kurinna non ha dubbi in merito al litigio davanti al mondo intero tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky di venerdì scorso. «L’incontro alla Casa Bianca – commenta - è stato un agguato di Trump per provocare il presidente ucraino. Quando Trump ha parlato con Putin, si è reso conto che non poteva garantire alcuna pace. Non ha potuto confessare di non essere in grado di fornire alcuna garanzia all’Ucraina rispetto alle condotte future della Russia. Ecco perché il presidente americano ha deciso di addossare ogni responsabilità su Zelensky e affermare che era quest’ultimo a non volere la pace».
Sulle intenzioni dell’Ucraina, la studiosa dell’Università dell’Essex è molto chiara. «Trump – spiega Kurinna - si è rifiutato di ascoltare le argomentazioni di Zelensky e ha dimostrato che non aveva intenzione di trovare un punto d’incontro. Badiamo bene, Zelensky non ha detto di non volere la pace. Si è soffermato sulle garanzie che il presidente degli Stati Uniti può fornire. Ha spiegato chiaramente che per otto anni i presidenti ucraini hanno avuto centinaia di interlocuzioni in diversi formati, pensiamo agli incontri trilaterali di Minsk con l’assistenza dell’Ue. Zelensky ha affermato di aver firmato lui stesso l’accordo di Parigi. Nel 2022, non solo la Crimea e l’Ucraina orientale, ma l’intera Ucraina sono state attaccate. Trump parla delle risorse ucraine che vuole sfruttare per miliardi di dollari, ma non menziona che ogni volta che i fondi sono stati stanziati in favore dell’Ucraina, la maggior parte di essi è stata utilizzata per accrescere la capacità militare americana, per sbloccare decine di stabilimenti militari negli Stati Uniti chiusi per decenni, garantendo posti di lavoro agli americani. Trump ha detto che gli importa delle persone che muoiono in prima linea da entrambe le parti. Ma ha dimenticato di ricordare che migliaia di civili ucraini sono detenuti e torturati ogni giorno nelle prigioni russe, che più di 19mila bambini ucraini sono stati sfollati illegalmente, costretti a essere indottrinati e coinvolti in addestramenti paramilitari, la loro identità è stata cambiata, così da diventare nel giro di poco nuovi soldati. Trump ha dimenticato le donne che vivono nei territori occupati sotto la costante minaccia di subire violenze di ogni tipo. Parla solo di affari, terre rare, risorse da sfruttare e dice ironicamente che Zelensky ha brutte carte in mano. Zelensky e gli ucraini non considerano le nostre vite come carte da giocare».
Il “dialogo” tra Donald Trump e Vladimir Putin, secondo Kurinna, fa suonare un campanello d’allarme e per questo motivo l’Europa deve reagire. «Gli Stati Uniti – aggiunge - ora sono rappresentati da un presidente che non rispetta la democrazia, i diritti umani e la libertà. Abbiamo visto tutti l’atteggiamento che ha iniziato ad assumere. Trump rispetta l’aggressore e non capisce di essere diventato uno strumento della propaganda russa ora tradotta, parola per parola, in inglese dal rappresentante del “mondo libero,” come gli Stati Uniti erano soliti definirsi. Donald Trump ha ripetuto che senza gli Stati Uniti la guerra sarebbe finita in due settimane. Si tratta di una narrazione russa. Ha definito Zelensky un dittatore e ha fatto di tutto per dimostrare che non voleva la pace. Il presidente dell’Ucraina però ha spiegato che un accordo di pace, secondo certi criteri, significa la capitolazione dell’Ucraina».
La pace in Ucraina si costruisce, prima di tutto, riconoscendo che nel Paese aggredito sono stati commessi crimini puniti dal diritto internazionale e con la restituzione dei territori occupati illegalmente. Da queste basi imprescindibili sarà possibile avviare negoziati seri. «Abbiamo imparato a nostre spese in questi undici anni – conclude Maria Kurinna - che dittatori e bulli come Vladimir Putin considerano i negoziati come una forma di debolezza.
La Russia ora ha perso molte armi, equipaggiamento militare, persone e l’economia è in grave recessione. Putin non vuole la pace. Ha bisogno di una pausa operativa per riorganizzarsi, rifornirsi, fare più accordi con l’Iran, la Corea del Nord e altri Paesi simili per attaccare più pesantemente l’Ucraina e distruggerla una volta per tutte».