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Il professore avvocato Alessio Lanzi, consigliere laico del Csm
«Io non credo proprio che questo Consiglio superiore della magistratura, come dice qualcuno, sia stato il peggiore della storia della Repubblica. Male che vada sarà stato come tutti gli altri», dichiara il professore di diritto penale Alessio Lanzi, attuale componente laico del Csm, eletto nel 2018 in quota Forza Italia.
Professore, ammetterà però che questa consiliatura è stata alquanto travagliata.
Questo Csm, dopo pochi mesi dal suoi insediamento, venne travolto a seguito dei fatti legati alla ormai celeberrima cena all’hotel Champagne, con il dottor Luca Palamara, dei politici, e dei componenti togati che poi si sono dimessi. A parte ciò non ci sono stati altri scandali. Ha dovuto gestire situazioni risalenti.
Comunque sia il clima non è stato dei migliori.
Il problema di fondo è sempre quello del correntismo che, per come è strutturato il Csm, è fisiologico. Non si può fare un organo elettivo senza che poi sia condizionato dall’elettorato. Mi pare ovvio che ci siano conseguenze.
Ad esempio?
Da due anni sono nella Commissione incarichi direttivi. Il peso delle correnti si avverte relativamente. Situazione ben diversa quando le pratiche arrivano in Plenum e le correnti votano sempre compatte per il proprio candidato.
Si può superare questa situazione?
Si ed è semplicissimo: fare in modo che le elezioni per la componente togata avvengano con il sorteggio temperato e poi tornare all’anzianità per il conferimento degli incarichi direttivi.
Un passo indietro?
Non vedo altre strade. Oggi il conferimento di un incarico direttivo avviene su una valutazione fatta sul cv dell’aspirante seguendo quanto indicato in una circolare, il Testo unico, che prevede degli indicatori generali. Ad esempio, aver già avuto un incarico direttivo o aver fatto una certa cosa. Sono indicatori dove vale tutto. Serve dare rilievo alla produzione scientifica del magistrato? Bene, ma chi l’ha mai valutata? Manca qualsiasi riferimento al merito o all’affidabilità con cui sono state condotte le indagini.
Nell’immediato è possibile fare qualcosa?
Da quando ho capito come funziona il Csm sono diventato un fautore del voto segreto in Plenum al momento del conferimento degli incarichi.
Un giudizio della riforma Cartabia sull’ordinamento giudiziario?
Non ha risolto un bel nulla, determinando intralci burocratici e rallentamenti. In particolare, problematiche per l’elezione dei componenti laici.
Al momento ci sono oltre 200 domande.
È normale? Alla fine, come sempre, si metteranno d’accordo i partiti e proporranno loro le candidature da votare.
E queste domande?
Scusi, ma che significa fare domanda se poi manca il cv? E se anche fosse stato previsto l’obbligo di presentarlo, chi avrebbe fatto la valutazione comparativa? Ogni parlamentare si doveva mettere a leggere decine di cv? Ma la domanda da porsi era come poter conciliare il voto segreto con il merito. Mi auguro solo che il nuovo Parlamento modifichi subito questa norma.
“Ambienti” del Quirinale, ha scritto il Fatto Quotidiano, non gradirebbero l’elezione di esponenti politici.
È una cosa sbagliata. Il Csm è un organo di rilevanza costituzionale che gestisce un potere dello Stato, il potere giudiziario. Un potere di grandissima importanza. Il Costituente, giustamente, ha voluto al suo interno dei tecnici in rappresentanza della società civile che poi usufruisce del servizio giustizia. Non ha pensato ad un organo “autoreferenziale” composto solamente da magistrati. Se i laici non possono essere scelti dalla società civile, e sarebbe complicatissimo, è giusto che vengano scelti dai partiti in piena autonomia.
Separazione delle carriere?
Da realizzare quanto prima. È uno dei problemi principali della giustizia. Dopo aver modificato l’articolo 111 della Costituzione non è più concepibile che pm e giudici siano sullo stesso piano. Ora al Csm i pm scelgono i giudici e viceversa. Non va bene.
I contrari alla separazione delle carriere citano sempre la comune “cultura della giurisdizione” fra pm e giudici.
Si tratta di una frase senza senso. In Germania c’è la comune cultura della giurisdizione. Esiste un esame unico dove si diventa full jurist e poi si sceglie se fare l’avvocato, il pm, o il giudice. Comunque il ministro della Giustizia Carlo Nordio, quando è venuto al Csm, ha detto chiaramente che nessuno vuole i pm alle dipendenze delle esecutivo. Servono, invece, due diversi Csm con eguali garanzie, uno per i pm ed uno per i giudici.
Torniamo al Palamaragate. Le chat con Palamara hanno fatto saltare questa settimana il procuratore di Terni Alberto Liguori. Lei invece ha votato contro. Come mai?
Guardi, nel diritto esiste una categoria, il ne bis in idem, secondo cui non è possibile essere giudicati in continuazione per la stessa cosa. È un principio cardine.
Le chat del dottor Liguori erano state già oggetto di valutazione per incompatibilità ambientale e funzionale ed era stato archiviato. Sono state ritirate fuori per la conferma quadriennale per l’incarico di procuratore.
Sì, hanno detto che non era più degno di fare il procuratore. A parte le chat, nessuno si è domandato come ha esercitato la funzione in questi anni, come ha fatto le indagini e così via.
Il voto è finito 11 a 9, con due astenuti, per la non conferma.
I “vincitori” sono stati anche confessori. Senza tanti giri di parole hanno detto che era stato un errore non trasferirlo all’epoca per incompatibilità ambientale e, soprattutto, non averlo sottoposto a procedimento disciplinare dove sarebbe stato sicuramente condannato. Come fanno a saperlo è un mistero. Hanno “tirato” le orecchie alla Procura generale della Cassazione. A me questo modo di ragionare fa rabbrividire. Il messaggio che passa è che prima o poi chi ha fatto certe cose le paga. Non si scappa. Penso però che Liguori farà ricorso alla giustizia amministrativa.
In tanti altri casi le solite chat hanno prodotto archiviazioni….
Non mi faccia dire nulla.
Crede che ci potranno essere cambiamenti in futuro?
Sono fiducioso che la nuova compagine di governo realizzi le riforme tanto attese.
Il vice presidente del Csm David Ermini ha chiesto di velocizzare le pratiche urgenti per le nomine. Cosa risponde?
Mancano pochi Plenum alla scadenza della consiliatura. Le sembra corretto che chi verrà dopo di noi debba votare delle proposte formulate dalla attuale Commissione per gli incarichi direttivi? Per quale motivo bisogna fare delle corse proprio ora? È una questione di opportunità. Credo che in questa fase si possano votare solo le nomine proposte all’unanimità.
Il prossimo 17 febbraio il Parlamento è chiamato a votare i dieci componenti laici. Previsioni?
Non succederà nulla in quella seduta. Ancora non c’è un accordo fra i partiti. Più probabile la settimana successiva, il 24.