Magari vi annoio un po’, però vorrei trascrivere tre o quattro titoloni che qualche mese fa campeggiavano a tutta pagina, in prima, sui principali giornali italiani. Eccoli qui. «La ministra garantiva gli affari del suo uomo». Titolo del Giornale, gigantesco e per di più in caratteri tutti maiuscoli. Chi calunnia un ministro comunque ha ragione...
Poi: «Scandalo petroli: via la Guidi per la norma ad fidanzatum», sempre in prima sotto la testata, “Il Fatto Quotidiano”. Simile il titolo di “Libero” e sempre a tutta prima pagina: «Il regalo del governo al fidanzato del ministro». E ancora: «Petrolio e appalti, Guidi si dimette tradita dalle telefonate al fidanzato», questa è “Repubblica”. Il “Corriere” e “La Stampa” molto più sobri, ma comunque col titolo a tutta pagina.
L’inchiesta nella quale fu coinvolta la ex ministra era la cosiddetta “Tempa Rossa”. Fu indagato il fidanzato della Guidi, non lei. Ma i magistrati - non vedo chi altro – passarono le carte ai giornali, con tutte le intercettazioni, che non avevano in se nessun elemento contro la Guidi, ma mostravano un quadro dei rapporti tra la ministra e il fidanzato, tesi come spesso sono i rapporti tra fidanzati. Fece epoca la frase, ripresa e amplificata da tutti i giornali, atribuita alla stessa Guidi: “Tu mi tratti come una sguattera guatemalteca”. La Guidi fu costretta alle dimissioni.
Non la difese nessuno, nemmeno nel suo partito. La sua carriera politica finì lì. Ora sapete che non solo la Guidi, ma anche il suo fidanzato, sono usciti completamente dalla vicenda. Il Pm ha chiesto l’archiviazione perché non ha trovato traccia di reati: l’uomo descritto come un lestofante ( il fidanzato) era una brava persona, la Guidi una bravissima persona e forse era anche brava a fare la ministra. In tutta la vicenda, di reati ce n’era uno solo: la violazione del segreto d’ufficio commessa dai magistrati che passarono le carte ai giornalisti e dai giornalisti che le pubblicarono. Il codice, per questo reato, prevede da sei mesi a tre anni.
In questi giorni alcuni giornali hanno pubblicato la notizia dell’archiviazione, poche righe. Nessuno scandalo. Se non fosse stato per un articolo di una certa visibilità pubblicato ieri dal “Corriere della Sera”, la notizia sarebbe del tutto sparita. E comunque, se andate per strada e chiudete a qualcuno della Guidi, ci sono 95 probabilità per cento che non sappia nulla dell’archiviazione e sappia invece della campagna che fu condotta contro di lei. E che alla vostra domanda, risponda: «Una politicante che usava il ministero per far fare affari al suo fidanzato...» . I giornali invece credo che non abbiano mai riportato neppure una riga sull’archiviazione delle imputazioni a carico di un certo dottor Incalza, ex altissimo dirigente del ministero delle infrastrutture, e di un certo signor Perotti, imprenditore. Erano stati accusati di varie malversazioni, e i giornali chiesero perciò le dimissioni del ministro Lupi, che non aveva vigilato su Incalza, anche perché pare che Perotti era un amico di famiglia del ministro e pare che avesse regalato un orologio al figlio di Lupi ( che a sua volta fu messo in croce). Lupi fu costretto a dimettersi. Perotti e Incalza sono stati del tutto scagionati. Silenzio.
Si era dimessa da ministro qualche mese prima, ai tempi del governo Letta, Nunzia De Girolamo. Grillini e giornali fecero i diavoli a quattro per mandarla a casa con ignominia, perché aveva ricevuto un avviso di garanzia. Colpevole! Colpevole! Era ministra dell’agricoltura e la sua carriera era in grande ascesa. La carriera ha preso la discesa. L’archiviazione e il suo pieno proscioglimento sono arrivati l’altro ieri. Nel disinteresse generale.
Tre ministri maciullati con le calunnie a voi sembrano una piccola cosa? Non vi pare che si sia ormai consolidato un metodo che di fatto produce la totale delegittimazione della politica, e concede ai Pm e ai giornali il diritto di “asfaltare” chi vogliono ( o in malafede o, più spesso, in buonafede) senza nessuna possibilità di difesa per il malcapitato?
E dal punto di vista della correttezza dell’informazione, qualcuno saprebbe spiegarmi perché è giornalismo “coraggioso e a schiena dritta” quello che sommerge di contumelie e di pettegolezzi volgari la ministra Guidi, e ritiene di star compiendo la altissima missione di controllare il potere politico; e invece non è giornalismo affatto ( nel senso che non se ne vede l’ombra) quello che, accertata la “bufala”, non solo si applica per riabilitare la vittima, ma chiede conto a chi l’ha linciata dell’ingiusto linciaggio? Ve lo dico io perché: perché i giornali, per comportarsi così, dovrebbero accusare se stessi. E non possono farlo. Trovano molto più comodo fingere che il “Palazzo” da controllare sia quello della Guidi o di Lupi o della de Girolamo, e in questo modo può accucciarsi con la coscienza tranquilla ai piedi dei Pm e del giornalismo forcaiolo. Cioè del Potere, del potere vero.