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Caro Furio Colombo, leggo spesso i tuoi articoli sul Fatto Quotidiano. Quasi sempre li condivido ( quasi...). Negli ultimi giorni ho letto la tua dichiarazione sul cosiddetto “gioco della Torre” ( chi scegli tra Berlusconi e Di Maio?) iniziato da Scalfari. E poi ho letto il tuo articolo sui nuovi populismi che tu definisci, in modo molto secco e provocato- rio: “fascismi”.
Se qualcuno non ha letto questi tuoi scritti, li riassumo un po’ grossolanamente. Hai detto di non poter scegliere Berlusconi per ragioni fin troppo ovvie. E di non poter scegliere Di Maio per la sua scarsissima attenzione ai diritti umani, e hai ricordato come proprio Di Maio abbia definito taxi del mare i gommoni sgangherati che portano da noi profughi disperati, e talvolta, invece, li lasciano affogare, naufraghi, nel Mediterraneo.
Poi, domenica, in un lungo e meditato articolo, ci hai spiegato come l’odio per lo straniero che è alla base di questi nuovi populismi ( credo che ti riferissi, per l’Italia, soprattutto alla Lega di Salvini) è lo stesso che fece da impasto all’ideologia fascista e nazista. Temo anch’io che sia così. Per spiegare meglio la situazione italiana hai fatto riferimento alla campagna anti- Ong che si è sviluppata, imponente, negli ultimi sette/ otto mesi e che ha portato a una paralisi dei soccorsi volontari in mare. Denuncia, credo, assolutamente giusta, tanto che proprio ieri i responsabili di una Ong (“Acquarius”) hanno denunciato di essere stati fermati dalle autorità italiane mentre stavano correndo in soccorso di due gommoni alla deriva, perché le autorità italiane hanno deciso che quei gommoni “spettavano” ai libici”.
Per me la tua analisi è convincente. Oltretutto non è molto diversa da quella esposta più volte da una autorità morale come quella di Papa Francesco. Però devo porti un problema. E lo faccio in modo un po’ brutale e semplicistico, capendo bene che tu puoi darmi moltissime risposte ragionevoli. Ragionevoli, ma non esaurienti.
La domanda è questa: «Cosa ci fai al Fatto Quotidiano?». Oppure, ancora più grossolanamente: «Non ti senti a disagio quando mescoli il tuo pensiero e i tuoi giudizi con quelli prevalenti in un quotidiano, dichiaratamente di battaglia, che si sta spostando apertamente sul fronte dei 5 Stelle e sta assumendo posizioni sempre più caratterizzate dal populismo?». Oltretutto sai bene che la campagna contro le Ong, iniziata da un magistrato siciliano, è stata appoggiata per diverse settimane da diversi giornali, e in prima fila, insieme alla Verità e a Libero ( giornali abbastanza vicini alla Lega) c’era proprio Il Fatto, che ha subìto fortemente l’influenza grillina e di Di Maio.
Penso come te che il populismo, in Italia e in Europa, costituisca una minaccia seria per gli assetti dello Stato liberale. Del resto penso che sia stata esattamente questa preoccupazione ad avere spinto Eugenio Scalfari, intellettuale di sicura fede liberale e democratica, e anche di sinistra, a pronunciare quella frase provocatoria su Di Maio e Berlusconi.
Ti conosco da moltissimi anni. Da un quarto di secolo ti conosco personalmente, da quando vivevamo in America e tu mi aiutasti a capire moltissime cose del mondo americano. Ho lavorato con te, quando eri direttore dell’Unità, e realizzasti il miracolo di rimettere in piedi un giornale che era stato rovinato da scelte sbagliate e dalla miopia dei Ds. Conosco le tue idee non negoziabili e conosco molto bene anche un certo “moralismo” che ho sempre pensato fosse il tuo difetto e che non ho mai condiviso. Ma qui il problema non è quello di discu- tere sul moralismo. E’ quello di vedere che la lotta politica avviene in un campo che in gran parte è occupato minacciosamente dai populismi che vanno estendendosi a macchia di petrolio, che travolgono pezzi di sinistra e si estendono dai nazisti ungheresi fino al qualunquismo liberal italiano di Grillo e Di Battista. Tu pensi che sia giusto dare una copertura a questo populismo, sia pure in nome del pluralismo, della libertà di idee, della qualità del giornalismo?
Immagino molte risposte possibili. La più semplice credo che sia quella che riguarda il Pd. Tu pensi che il Pd sia finito su posizioni troppo moderate, e che per stanarlo occorra combattere su qualunque trincea, anche quella di Travaglio, anche quella di Grillo. Capisco anche che tu consideri in ogni caso il travaglismo e il grillismo un fenomeno diverso da quello della Lega, e ancora troppo incerto per essere abbandonato.
Forse hai ragione, Furio, ma non temi che abbandonarlo troppo tardi sia rischioso? Non vedi squadernato uno scontro all’ultimo sangue tra quelli che mettono al primo posto i diritti, i diritti di tutti ( dei ricchi, dei poveri, degli onesti, degli imbroglioni, del lavoratori, dei fannulloni, delle donne, degli uomini…) e quelli che sempre di più fantasticano uno stato etico, patriottico, nazionalista, che rada al suolo lo Stato di diritto e costruisca una società nuova e totalitaria, fondata sulla razza, sulla purezza, sull’aristocrazia?