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CORTE COSTITUZIONALE PALAZZO DELLA CONSULTA CONSULTA
La Corte Costituzionale ha stabilito che il divieto di concedere la detenzione domiciliare al padre di figli minori, qualora la madre sia deceduta o incapace di prendersi cura di loro, è incostituzionale, a meno che i bambini non possano essere affidati a terze persone. La decisione, che arriva con la sentenza numero 52, depositata oggi, ha chiarito che questa limitazione viola i diritti del minore, privandolo della possibilità di mantenere una relazione continuativa con almeno uno dei genitori.
Il caso era stato sollevato dai Tribunali di sorveglianza di Bologna e Venezia, che avevano esaminato le richieste di due detenuti: uno, padre di due bambini piccoli, chiedeva di essere ammesso alla detenzione domiciliare per prendersi cura di loro, l’altro, padre di un figlio gravemente disabile, chiedeva la stessa cosa per assistere il figlio. Entrambi i detenuti sono stati esclusi dalla possibilità di ottenere la detenzione domiciliare a causa della normativa che prevede tale misura solo nel caso in cui la madre sia impossibilitata a occuparsi dei figli e non ci sia la possibilità di affidarli a terze persone.
La Corte ha ribadito che, sebbene la norma esaminata favorisca la presenza della madre accanto al bambino, nel rispetto del principio costituzionale di tutela della maternità, essa non deve precludere al padre la possibilità di occuparsi dei propri figli in determinate condizioni. In altre parole, la legge non deve impedire la cura del minore da parte del padre, anche nel caso in cui la madre sia deceduta o incapace, se i bambini possono essere affidati a terze persone.
La Corte ha anche riconosciuto che la legge penitenziaria risulta disomogenea in alcuni casi. La differenza di trattamento tra uomini e donne in questa materia è, secondo la Corte, giustificata dal fatto che le donne rappresentano solo il 4% della popolazione carceraria, ma ha sottolineato che una maggiore flessibilità nella gestione delle detenzioni sarebbe appropriata per tutelare gli interessi dei minori.
Secondo la Corte, la legge non può impedire che il padre possa essere ammesso alla detenzione domiciliare se il benessere del minore lo richiede, anche se il bambino è affidato a terze persone, garantendo comunque che non ci siano rischi per la sicurezza.