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Almeno 70 persone morte al largo delle coste tunisine. È questo il bilancio ( provvisorio) del naufragio di un barcone avvenuto ieri davanti alla città di Sfax, diffuso su Twitter da Alarm Phone. Solo 16 i sopravvissuti soccorsi dai pescherecci arrivati in zona e dalla Guardia costiera di Tunisi. L’imbarcazione affondata era, carica di migranti, in prevalenza di origine subsahariana ma provenienti anche da Bangladesh e Marocco, era partita da Zuara, in Libia.
Ma il bilancio resta provvisorio perché col miglioramento delle condizioni meteo le partenze si sono moltiplicate. E mentre sono in corso le operazioni di salvataggio e recupero nelle acque tunisine, richieste d’aiuto arrivano anche da altre imbarcazioni. Un altro barcone con a bordo un centinaio di persone, tra cui donne e bambini, si troverebbe in difficoltà al largo della Libia. È sempre Alarm Phone a darne notizia con un tweet: «Più di 100 vite a rischio, incluse 24 donne e 8 bambini! Abbiamo ricevuto una chiamata stamattina da una barca partita dalla Libia. Comunicazione difficile per segnale debole», si legge. «Abbiamo chiamato la guardia costiera italiana appena abbiamo ottenuto posizione GPS. La cosiddetta guardia costiera Libica non risponde». Secondo la stessa fonte, inoltre, «le persone a bordo sono in panico. Il motore è in avaria. Sono vicini alla costa libica ma non possono muoversi. La Guardi costiera italiana ci ha detto che la c. d. Guardia costiera libica è stata informata».
E nel corso di una giornata funesta, almeno 100 persone sono riuscite a sbarcare sane e salve in Italia. I primi 30 migranti sono scesi dalla Mare Jonio, la nave della ong italiana Mediterranea, soccorsi giovedì al largo della Libia. L’imbarcazione, secondo le notizie iniziali, sarebbe stata sequestrata dalla Guardia di finanza e i membri dell’equipaggio sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, notizia poi smentita dalla Procura di Agrigento. «Ultimo viaggio per la nave dei centri sociali Mare Jonio: bloccata e sequestrata. Ciao ciao», esultava, convinto della veridicità del sequestro, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sui social network postando una foto della nave e di Luca Casarini, attivista e capo missione di Mediterranea. Immediata la replica della Ong: «Viminale annuncia sequestro? Curioso che lo faccia via stampa prima che a noi. Nessuna notifica. Nessuna irregolarità riscontrata. Sequestro è atto per tentare di fermarci», scrive su Twitter Mediterranea. «Ma importante per noi è che le persone siano salve. Unico crimine è far morire la gente in mare o in Libia».
Altri 70 migranti sono arrivati invece a bordo di unità della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Secondo quanto dichiarato dal sindaco di Lampedusa, Totò Martello, erano a bordo di un barcone intercettato a 11 miglia dal porto.
Arrivate ad Augusta e Lampedusa anche le navi che due giorni fa avevano soccorso 66 persone in zona Sar libica.