In Senato, durante la relazione annuale sull’amministrazione della giustizia, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha affrontato temi cruciali come il registro degli indagati, la separazione delle carriere e il sistema detentivo italiano, suscitando accesi dibattiti tra governo e opposizione.

No allo scudo penale per le forze dell'ordine

Nordio ha escluso categoricamente l’introduzione di uno scudo penale, sottolineando che "sarebbe incostituzionale". Ha spiegato che il registro degli indagati si è trasformato in un "marchio di infamia", con conseguenze gravi per politici e forze dell’ordine, ma ha aggiunto che il governo sta lavorando a una soluzione procedurale più equa.

Separazione delle carriere e accuse di ingerenze

Il ministro ha respinto le critiche di chi vede nella riforma della separazione delle carriere un’"aggressione ai magistrati", definendola invece una "scelta politica", condivisa anche da alcuni magistrati, come l’ex pm Antonio Di Pietro. Tuttavia, Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha espresso perplessità, dichiarandosi favorevole alla separazione ma chiedendo un dibattito parlamentare più approfondito: «Non così, o almeno fateci discutere». Renzi ha inoltre accusato l’esecutivo di condizionare il Parlamento, mettendo a rischio il principio di separazione dei poteri.

Sistema detentivo: focus su giustizia riparativa e alternative al carcere

Nordio ha ribadito che il sistema italiano «non è carcerocentrico», pur riconoscendo la necessità di detenzione in alcuni casi. Ha sottolineato l’impegno per sviluppare la giustizia riparativa e forme alternative di detenzione, in linea con un approccio più moderno e rieducativo.

Infine, il ministro ha lamentato la mancanza di contributi costruttivi nel dibattito sulle riforme, denunciando un clima di ostilità: «Abbiamo sempre ricevuto niet, ma andiamo avanti». Nordio ha confermato l’intenzione del governo di proseguire con le riforme per rendere il sistema giustizia più efficace ed equo.