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Santalucia
«Il sistema elettorale va cambiato, nel senso di restituire al magistrato elettore la più ampia libertà di scelta, di fare arretrare, e fortemente, i gruppi associativi nel momento della espressione del voto, di consentire al Csm d’essere rappresentativo delle varie sensibilità. E le possibilità tecniche ci sono: penso ad esempio, tra i possibili, al sistema del voto singolo trasferibile, o a quello uninominale per plurimi collegi con candidature individuali con collegamento extracollegio». Lo ha detto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia aprendo la riunione del "parlamentino" delle toghe. «Il sorteggio - ha aggiunto - viene posto con forza sul tavolo della discussione interna ed esterna, e allora dico non ciò che pensa l’Associazione ma quel che penso io: non ritengo accettabile che l’unica riforma possibile debba consistere nella compressione del diritto di elettorato (attivo e passivo) dei magistrati, anche di tutti quelli, e sono la gran parte, che non hanno colpe da emendare. Non penso - ha continuato il presidente Anm - che si possa restituire libertà al Csm privando i magistrati di diritti di cui dalla Costituzione repubblicana in poi hanno goduto. Considero un progetto di retroguardia culturale quello che muove dalla implicita premessa della inadeguatezza etica dei magistrati, sin dal loro ingresso in carriera, della loro debolezza di fronte alle lusinghe del potere e alle pressioni dei gruppi di potere». «Le riforme normative sul Csm devono essere per il governo e la sua maggioranza politica una priorità», ha aggiunto. «È questa la via che bisogna imboccare», ha sottolineato, «non lettere al Presidente della Repubblica per invocare l’esercizio di un potere di sorveglianza per così dire politica, che il suo ruolo di altissima garanzia dell’ordine democratico non conosce» ma «istanze alla politica perché mantengano un ordine di priorità nelle riforme necessarie, anche se non direttamente collegati ai piani di impiego del Recovery fund». «A breve ci sarà l’incontro con il ministro della Giustizia, Marta Cartabia», ha dunque annunciato il segretario dell’Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro, in apertura del comitato direttivo centrale. «Sarà l’occasione per affrontare i temi legati al "cantiere aperto" del Recovery plan, per chiedere di partecipare, come Anm, ai relativi tavoli di progettazione, ma anche per evidenziare le gravi difficoltà in cui versano gli uffici giudiziari per l’emergenza pandemica in atto», ha spiegato Casciaro. In vista dell’incontro, ha aggiunto il segretario dell’Anm, «è stato chiesto ai presidenti delle Commissioni di studio permanenti, che oggi relazioneranno, di elaborare un primo contributo di idee e riflessioni da portare all’attenzione della ministra». «Il nuovo Piano vaccinale, predisposto dal Governo appena insediato, attua un inatteso ripensamento, non prevedendo più, tra i gruppi target di popolazione cui somministrare il vaccino in via prioritaria, i lavoratori dei servizi essenziali», ha quindi affermato Casciaro. «Si tratta di una scelta che, da un lato, non mostra la dovuta attenzione per il mondo della Giustizia - ha osservato - e per i possibili contraccolpi, derivanti da eventuali focolai di contagio, sulla continuità del servizio reso ai cittadini; dall’altro, sembra non tenere in debito conto le reali condizioni di lavoro degli operatori costretti a lavorare, con frequenti contatti con un notevole numero di persone, in uffici giudiziari privi di adeguati sistemi di areazione e di spazi idonei ad assicurare il rispetto delle misure di distanziamento sociale». Quanto alle misure adottate per il comparto «approssimandosi la scadenza del 30 aprile, occorre, per esigenze di programmazione del lavoro giudiziario, intervenire con l’adozione di misure di proroga della disciplina emergenziale e riflettere sull’opportunità di stabilizzare, col consenso delle parti, alcune opzioni processuali rivelatesi in grado di influire positivamente sui tempi della Giustizia», ha concluso il segretario Anm.