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Putin a Roma. «Salvini ha un atteggiamento caloroso verso il nostro Paese, conosce bene la realtà russa». Poco prima di atterrare a Roma - dove incontra il Papa, Sergio Mattarella e i vertici di governo a cena - il presidente russo Vladimir Putin rilascia una lunga intervista al Corriere della sera in cui parla anche degli ottimi rapporti, «collaudati dal tempo», tra Russia e Italia.
La cooperazione con la Lega
Non solo merito dell’antica amicizia tra “lo zar” e Silvio Berlusconi, ma anche del ruolo attivo dei protagonisti della nuova stagione politica italiana, a cominciare dalla Lega salviniana, impegnata in un «accordo di cooperazione» con «Russia Unita», il partito del presidente.
Del resto, i contatti tra i due partiti risalgono almeno al 2014, quando, a pochi mesi dalla scalata al Carroccio, Salvini incontra Putin a Milano per confrontarsi sulle «prospettive di sviluppo dei legami italo- russi», come racconta lo stesso inquilino del Cremlino.
Da allora i contatti tra le due organizzazioni diventano costanti. Il segretario della Lega si reca spesso a Mosca dove ormai dice di sentirsi «a casa». Qualcuno comincia a sospettare della natura delle relazioni politiche ed economiche tra i due partiti.
Oltre alle numerose inchieste giornalistiche, è un intervento pubblicato sulla rivista Foreign Affairs dell’ex vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a fare scalpore a livello internazionale nel 2017: Mosca viene accusata di aver interferito nel referendum costituzionale del 2016 e di sostenere Lega e MoVimento 5 Stelle in vista delle elezioni politiche.
Tutte bufale, secondo i diretti interessati, che pochi mesi dopo sottoscriveranno un contratto di governo insieme.
«La Lega e il suo leader Salvini sono attivi sostenitori di un ripristino della piena cooperazione tra Italia e Russia; si pronunciano per una più rapida abolizione delle sanzioni anti- russe introdotte dagli Usa e dall’Ue», dice adesso Putin, ricordando l’impegno del Carroccio per la rimozione delle sanzioni al Cremlino.
«Qui i nostri punti di vista coincidono», aggiunge “lo zar”, quasi a sottolineare un confine nei rapporti con via Bellerio. Sì, perché negli ultimi tempi qualcosa è cambiato nella Lega e il presidente russo vuol farlo pesare.
La sbandata trumpiana di Salvini
La recente “sbandata trumpiana” del ministro dell’Interno italiano non è passata inosservata a Mosca. La «totale sintonia» con Washington «su come muoversi a livello a internazionale», scandita da Salvini davanti a Mike Pompeo e Mike Pence, rimbomba ancora nelle orecchie del vecchio Vladimir.
Non basta schierarsi al fianco di della Russia solo quando si parla di sanzioni, il Cremlino vuole un alleato con cui condividere anche strategie internazionali. Come sul Venezuela, dove Putin sostiene il governo del presidente Nicolás Maduro, mentre il ministro dell’Interno si è schierato con Juan Guaidò, autoproclamatosi presidente a interim del paese bolivariano.
Se non fosse stato per l’opposizione del Movimento 5 Stelle, l’Italia si sarebbe unita al coro dei paesi europei accorsi frettolosamente a riconoscere il rovesciamento del regime in Venezuela, assecondando gli interessi nord americani.
Le telefonate solidali di Salvini a quello che Mosca ritiene un impostore “golpista” e il ricevimento in Viminale di una delegazione anti Maduro hanno contribuito a raffreddare il clima tra il Carroccio e Russia Unita.
Ora il caro Matteo, che si sentiva a casa in mezzo alla piazza Rossa, si è trasformato nel «signor Salvini», leader di un partito che mantiene «contatti con i colleghi russi interessati allo sviluppo della cooperazione con i propri partner italiani».
Nulla a confronto di «Silvio», definito, «un politico di statura mondiale» . Il primo amore non si scorda mai.