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Luca Poniz, presidente uscente dell’Associazione nazionale magistrati e candidato di nuovo alla presidenza da Area, il gruppo al quale appartiene e che ha la maggioranza nel comitato direttivo centrale uscito dalle elezioni di ottobre scorso, ha annunciato l’intenzione di ritirare la sua candidatura. L’Anm, ha detto Poniz intervenendo alla riunione del "parlamentino", dopo una pausa dei lavori seguita alla proposta del suo nome, «oggi deve avere una guida che deve essere la più autorevole, la più alta e qualificata e nessuno può farlo se c’è un rifiuto personale». Quindi, ha aggiunto riferendosi all’opposizione di Magistratura indipendente al suo nome, «se quello di Mi è un discorso politico e se la politica che individuano nella discontinuità e nel rinnovamento è affidata ai simboli, allora i simboli devono essere tanti, tutti quelli che hanno avuto un ruolo nella precedente associazione. Area che ha 11 eletti, non coincide con la mia persona, tutti quelli che hanno a che fare con quella stagione si fanno da parte, io, Silvia Albano o Giovanni Tedesco, ma lo stesso vale Per Ugo Scavuzzo, Antonio Sangermano, Enrico Infante, per le ragioni simboliche che sono associate a una stagione che è da chiudersi definitivamente». «Anche voi - ha ammonito Poniz - dovete mettere in campo opzioni, è il metodo che avete chiesto e che noi accettiamo non condividendolo. Siamo in 36, non ci sono designati, ma se ne devono trarre tutte le conseguenze e chiunque entrerà in giunta si assumerà l’impegno nei confronti di tutta la magistratura, che è stanca di vedere gente che usa l’Anm per fare carriera: chi si candida deve giurarlo come patto politico, questo pretendiamo oggi. Alle elezioni di ottobre mi sono candidato solo per spirito di servizio. Ho a cuore l’Anm e per questo non tollero di essere considerato un problema. Trovo che chi ha fatto questa operazione sia indecente e se ne assume la responsabilità, io starò nel comitato direttivo centrale perché me lo hanno chiesto gli elettori». La richiesta di Area era di convergere su Poniz come presidente in quanto il più votato alle elezioni che a ottobre scorso hanno rinnovato il comitato direttivo centrale ma anche per il modo in cui ha gestito gli ultimi mesi travagliati alla guida del sindacato delle toghe. Ma situazione di stallo appare ancora di difficile composizione vista la posizione dell’altro gruppo che ha il maggior numero di componenti nel cdc, Magistratura indipendente, che continua a porre il veto su Poniz, su cui il direttivo si appresta a votare, invocando un’Anm che non sia «il sequel di quella precedente». «Il pregiudizio su Poniz è inaccettabile - ha detto in apertura della riunione Rocco Maruotti, a nome del gruppo di Area - perché non rispetta il risultato delle elezioni, nelle quali è stato il più vitato. La sua candidatura è la migliore soluzione. La realizzazione di un programma ambizioso che sia espressione di tutti i gruppi deve essere affidata a un componente del cdc che ha dimostrato di sapere guidare l’Anm in un momento difficile, in piena trasparenza e che ha il merito di avere avviato un processo di rinnovamento in nome della questione morale». In alternativa, «per Area l’unica soluzione possibile è una giunta di programma, con obiettivi chiari, per affrontare l’emergenza covid, che sia guidata da Unicost, il gruppo che si fa carico di una mediazione». Altrimenti, Area è pronta a farsi da parte e «restare fuori dalla giunta». A nome di Magistratura indipendente è intervenuto Salvatore Casciaro. «Come si può legare un programma di rinnovamento a un unico nome? È una chiusura irragionevole - ha detto - Non può essere Poniz l’unico possibile interprete del rinnovamento». La posizione di Unicost è stata espressa da da Italo Federici: «bisogna andare avanti convinti che non ci sia alternativa a una giunta più ampia possibile. Noi di Unicost - ha assicurato - sosterremo chi riesce a coinvolgere i due gruppi di maggioranza, Area e Mi, questo anche se il voto dovesse riguardare un nostro esponente. No a veti incrociati, non ci sottraiamo alle nostre responsabilità ma chiediamo anche agli altri di farlo per dare all’Anm una guida rappresentativa».