Dopo un acceso dibattito interno, il Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati (ANM) ha dato il via libera all’incontro con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, fissato per lunedì 15 aprile. L’incontro, chiesto in origine per discutere della reintroduzione dell’indennità giudiziaria in caso di malattia o assistenza ai familiari, si allargherà ai principali nodi del sistema giustizia. Il via libera è arrivato con nessun voto contrario e 11 astenuti, a dimostrazione di una linea condivisa ma non priva di perplessità. «Gli insulti feriscono ma noi siamo migliori: reagiamo con fermezza ed educazione», ha detto il presidente dell’ANM Cesare Parodi, riferendosi alle parole del ministro che aveva parlato di “sciocchezze colossali” dette dai magistrati.

Gli otto punti e i temi caldi sul tavolo

Oltre all’articolo 3 della legge 27/1981 – per il quale l’ANM chiede il ripristino dell’intero trattamento economico in caso di malattia – verranno affrontati temi già esposti a Palazzo Chigi, tra cui: le criticità legate al disegno di legge sul femminicidio, che potrebbe rallentare l’azione giudiziaria; le carriere separate, considerate una «riforma punitiva» dalla magistratura ma che Nordio difende come «strutturalmente coerente col processo accusatorio»; i ritardi nella informatizzazione della giustizia; la carenza di personale amministrativo negli uffici giudiziari; la geografia giudiziaria e i suoi impatti sull’efficienza.

ANM: «Il confronto va fatto, ma pretendiamo chiarezza»

Il segretario generale Rocco Maruotti ha espresso forti dubbi sulla reale utilità dell’incontro: «Andremo, ma chiederemo conto delle offese. È difficile fidarsi di un interlocutore che ci definisce petulanti e dice che diciamo sciocchezze colossali». Maruotti ha inoltre parlato di un “filo rosso” che unisce le riforme all’idea di indebolire il controllo di legalità sulla politica, riferendosi in particolare alla separazione delle carriere.

L’ANM ha chiesto incontri anche con tutti i gruppi parlamentari: alcuni hanno risposto, altri ancora no. Libertà d'espressione dei magistrati: il Cdc boccia il veto ai dibattiti politici Sempre nella seduta del 6 aprile, il Comitato direttivo ha respinto la proposta di Magistratura Indipendente di invitare i magistrati a non partecipare a eventi organizzati esclusivamente da partiti politici. Approvato invece (con 11 contrari) un documento alternativo presentato da AreaDg, Md, Unicost e Articolo101, che riafferma la libertà di espressione del magistrato anche nei dibattiti pubblici. «Nessun invito a regole già esistenti, né spazio a nuovi illeciti disciplinari. Il magistrato ha il diritto di offrire un contributo tecnico alle riforme, nel rispetto della continenza», si legge nel documento approvato.

Nordio: «La riforma delle carriere non è punitiva. L’avvocatura deve entrare nella giurisdizione»

Nel frattempo, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ribadito, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense, la sua posizione: «La separazione delle carriere è consustanziale alla riforma del processo accusatorio, come in tutte le democrazie», ha dichiarato, aggiungendo che in futuro si potrà pensare a una giurisdizione composta da giudici, pm e avvocati interscambiabili. Intelligenza artificiale, toghe e trasparenza.

Durante lo stesso evento, Nordio ha toccato anche il tema della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale nella giustizia: «La tecnologia va governata, non subita. Non possiamo tornare al cartaceo, ma dobbiamo evitare che ci sfugga di mano». Ha poi respinto ancora una volta la retorica delle “toghe colorate”, definendola “una semplificazione ormai superata». L’incontro del 15 aprile sarà dunque un momento chiave per il rapporto tra magistratura e governo. Tra diffidenze e aspettative, i temi sul tavolo sono numerosi. Ma una cosa è certa: il dialogo, anche teso, resta aperto.