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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio in Parlamento
«Perché tanto rumore sull’abuso d'ufficio? Il danno che deriva dalle indagini non è tanto nelle condanne, ma nel fatto che queste persone vengono iscritte sul registro degli indagati, finiscono sui giornali, sono costretti a fare un passo indietro, per evitare questo ecco l'inerzia, la paura della firma». Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ieri sera a “Quarta Repubblica”, tornando a parlare degli interventi sull'abuso d'ufficio.
«Sono stati i sindaci che sono venuti da me a chiedere l'abolizione di questo reato, anche sindaci del Pd, perché non riescono più a lavorare. E' un reato evanescente e può essere contestato a chiunque», ha spiegato.
«Abbiamo avuto una vittoria schiacciante al Senato e alla Camera, con due standing ovation, mi sembra strano che dopo si sia parlato di divisioni. C'è stata un'omogeneità assoluta della maggioranza di governo con un'aggiunta del Terzo Polo, che mi ha fatto molto piacere», ha risposto così a una domanda sulle divisioni nella maggioranza sul suo programma di riforme. «Abbiamo un programma, ci saranno step, spero sia condiviso dal maggior numero possibile», ha aggiunto.
«"L'ira degli amanti è una integrazione dell'amore”, i dissensi derivano dal fatto che io ho venerazione per la magistratura, dove sono stato per 40 anni, se potessi tornerei indietro, ci entrerei di nuovo. Ho grande orgoglio di essere magistrato. Per la grande considerazione che ho per l'opera della magistratura quando qualcosa no va lo dico apertamente, perché il dissenso tra amanti è l'integrazione dell'amore», ha risposto a una domanda sulle polemiche con i pm, dopo le sue dichiarazioni alla Camera.
Il capitolo sulle intercettazioni
«Le intercettazioni per i fenomeni di terrorismi e mafia non saranno minimamente toccate, anche per quelli che sono i reati “satelite o spia” non ci saranno sostanziali modifiche. Certamente la corruzione è uno dei reti spia, come la falsa fatturazione per operazioni inesistenti, sono reati per cui le indagini possono condurre alla mafia» ha ribadito da Nicola Porro, il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
"Noi vogliamo intervenire sull'abuso. Quando le intercettazioni vengono pubblicate sui giornali la colpa non è di chi le pubblica, che fa il suo mestiere, ma di chi non tutela il segreto istruttorio che dovrebbe impedirlo. Molte volte escono sui giornali nonostante il divieto di diffusione significa che non si vigila abbastanza», ha detto.
L’arresto di Matteo Messina Denaro
Sulla fine della latitanza del superboss di Cosa Nostra, il Guardasigilli ha risposto così alle domande di Nicola Porro: «Ho provato stupore» per le polemiche seguite all'arresto di Matteo Messina Denaro, e per l'ipotesi che il boss si sia consegnato, «ora dobbiamo tutti essere uniti per congratularci con magistrati e forze dell'ordine, ma chissà perché si cerca di guastare questo momento di grande orgoglio, con una cultura del sospetto, un retropensiero» ha dichiarato Carlo Nordio. «Le parole di un mafioso sono sempre da valutare con grande sospetto», ha detto poi riferendosi a Salvatore Baiardo, che a novembre 2022 aveva ''profetizzato'' la cattura del boss.
«E' stato un gesto di grandissima civiltà, per cui rinnovo le mie congratulazioni. Le manette servono, per ragioni di sicurezza, ma se una persona anziana e malata è circondata da venti persone e non c'è il pericolo di fuga, non si capisce perché ci debba essere l'umiliazione aggiuntiva delle manette», ha aggiunto, parlando del mancato uso delle manette per la cattura di Matteo Messina Denaro. «La pena, in tutti i sensi, non deve mai essere contraria alla dignità della persona, e al senso di umanità, nemmeno nei confronti del peggiore dei delinquenti», ha aggiunto il guardasigilli.
L’estradizione dei terroristi italiani dalla Francia
«Con il collega francese abbaiamo trovato sintonia, ci ha dato una mano nella procedura per ottenere l'estradizione, che è di competenza della magistratura anche in Francia, il ministro non può intervenire direttamente», ha poi detto riferendosi all'incontro con l'omologo francese per l'estradizione dei terroristi italiani.
Certificati penali negli uffici postali
«Chi deve chiedere un certificato penale invece di andare all'ufficio giudiziario, che magari sta a 50 chilometri di distanza, va all'ufficio postale. Lo faremo da lunedì, entrerà in vigore questo progetto. Il cittadino avrà una giustizia di prossimità» ha annunciato a Quarta Repubblica, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. «La priorità è quella di portare la giustizia a un livello di efficienza per recuperare risorse, di rendere la giustizia più vicina ai cittadini», ha concluso Nordio.