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Feltri: "Ergastolo ostativo? Una tortura"
Una carriera insieme, da colleghi e da amici, poi la separazione. Adesso una vera e propria battaglia mediatica senza esclusione di colpi che sta occupando le prime pagine dei quotidiani che rispettivamente dirigono. Maurizio Belpietro, direttore de La Verità e Vittorio Feltri, direttore di Libero, se le stanno dando di santa ragione, destando anche stupore nel pubblico dei lettori che per lungo tempo li ha immaginati amici e identificati dalla stessa parte politica. Il direttore di Libero Vittorio Feltri ha deciso di raccontarci come sono andate le cose.
Direttore come nasce questo scontro con Maurizio Belpietro?
Come nasca non lo so neanche io. Noi abbiamo pubblicato una notizia, quella relativa al finanziamento da 50mila euro che l’imprenditore Alfredo Romeo attraverso Gaetano Quagliariello e la sua fondazione ha versato alla Verità, che hanno pubblicato tutti. Evidentemente la cosa ha irritato il nostro amico Belpietro e da lì sono nate tutta una serie di polemiche sfociate anche in questioni personali che sinceramente si potevano evitare.
I lettori sembrano sconcertati però. Per lungo tempo vi hanno quasi identificato, essendo stati spesso negli stessi giornali o alternandovi alle varie direzioni… Più che alternati, mi pare più corretto dire che me lo sono portato dietro fin da Bergamo Oggi. E’ venuto con me anche all’Europeo, quindi all’Indipendente e poi al Giornale, sempre con un rapporto di collaborazione reciproca. Poi il fatto che lui abbia diretto Il Giornale dimezzandone le vendite, è un’altra questione ancora. Che poi l’opinione pubblica si possa interessare di queste vicende, mi pare assai difficile. Dubito che qualcuno possa farsi un problema per le nostre beghe.
Non le rimane un po’ di amaro in bocca dopo tanti anni?
Non è che siamo fidanzati. Rimane un rapporto umano civile e se c’incontriamo ci salutiamo. Se lui ha delle opinioni diverse dalle mie o dice cose che non condivido, ovviamente rispondo per le rime. Dopo di che la smetto anche perché mi annoio.
Direttore, cambiamo argomento e parliamo di politica. Che fase sta vivendo il centrodestra?
Secondo me il centrodestra è pressoché scomparso. Mi pare del tutto improbabile che Silvio Berlusconi e Matteo Salvini tro- vino un punto d’intesa che consenta un’alleanza tra Forza Italia e la Lega. Ci sono poi i Fratelli d’Italia che hanno un pacchetto di voti che non supera il 5%. Basta fare rapidamente il conto per capire che il centrodestra non è all’altezza della situazione.
Neanche con un Pd in crisi e un Renzi in affanno?
Il Pd è messo malissimo ma continua ad avere il 30%, mentre il Movimento Cinque Stelle è al 27%. Insieme fanno il 57%, per gli altri resta il 43%. Mi pare un problema aritmetico e non ideologico. Il Pd può accordarsi con i Cinque Stelle mentre il centrodestra non riuscirà neanche a fare l’alleanza.
Sta dicendo che Berlusconi sia fuori dai giochi?
Berlusconi è fuori dai giochi. Le ripeto basta farsi i conti: per governare serve il 51% Mi pare che questa soglia la possano raggiungere il Pd e i Cinque Stelle, non di certo Forza Italia.
Nessun nuovo Patto del Nazareno? Nessuna speranza per la coalizione?
Il suicidio sembra una soluzione definitiva e non la consiglio. Ma mi pare si possa cominciare a rassegnarsi a perdere. Dopo di che è vero anche che dopo la partita del Barcellona con il Psg vanno di moda le “remuntade” sono di moda e, dunque, nulla si può escludere.
Neanche riproponendo con forza temi come l’Europa o le politiche sull’immigrazione, così come sta facendo il suo giornale?
L’Europa è una iattura, così come lo è l’euro. Ma per i motivi che sappiamo diventa difficile liberarsene. Continueremo a subirla, così come nessuno ha il coraggio di perseguire soluzioni drastiche per bloccare l’immigrazione. Misure che sarebbero poi socialmente impopolari e quindi ci terremo anche l’immigrazione. Ci terremo il problema sempre nei modi che conosciamo con i centri di raccolta e tutto il resto. Manca completamente un strategia sul tema.
Neanche la Lega può affrontarli bene o avere un effetto di trascinamento?
Salvini ha il 13%. Certo se si consolida bene al Nord può crescere un altro pochino, ma fuori dal Nord non riesce a raccogliere consensi. Può spingersi fino al 14%, ma non oltre.
Che pensa invece dei movimenti al Centro, dei moderati ex forzisti? E’ possibile un loro coinvolgimento?
Mi pare che stiano cercando di rientrare in Forza Italia, ma stiamo parlando di numeri veramente irrisori, vicini al 4%. Non ci sono presupposti per uscire da questa crisi. La vecchia alleanza Fini, Casini, Bossi e Berlusconi non è più proponibile. Fini non so neanche se sia ancora in vita, Casini è politicamente scomparso, Bossi non c’è più. Salvini e Berlusconi, poi, non vanno d’accordo neanche su come ordinare un caffè e non troveranno mai un’intesa. Assistiamo a un balletto che non porta a nessuna conclusione. Non si metteranno insieme e anche se lo facessero i numeri li condannano alla sconfitta.