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La separazione delle carriere tra magistrati e pubblici ministeri è un tema che torna al centro del dibattito dopo la condanna in primo grado del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, nell’ambito del caso Cospito.
Secondo l’Associazione Nazionale Magistrati, la vicenda dimostra l’inutilità di una riforma sulla separazione delle carriere, spesso evocata per garantire maggiore indipendenza ai giudici. «Alla richiesta di archiviazione del pm, un giudice ha ordinato l’imputazione. E alla richiesta di assoluzione di un pm, il Tribunale ha pronunciato una condanna. Questo dimostra che il pm può chiedere l’assoluzione, nonostante la sua carriera non sia separata da quella del giudice, e che il giudice non è succube del pm», ha dichiarato la Giunta esecutiva centrale dell’ANM.
La critica dell’ANM al governo: «Attacchi inaccettabili alla magistratura»
L’ANM ha poi stigmatizzato le reazioni dell’esecutivo alla sentenza, definendo “grave” il fatto che il governo attacchi i giudici per delegittimare una sentenza. «Siamo sconcertati nel constatare che il potere esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza e che il ministro della Giustizia auspichi la riforma di una decisione di cui esiste solo il dispositivo», ha dichiarato la Giunta, parlando di un comportamento «in aperta violazione del principio di separazione dei poteri» e dannoso per la fiducia nelle istituzioni democratiche.
Delmastro: «Aspetto l’appello, certo che ci sarà un giudice a Berlino»
Dal canto suo, Andrea Delmastro ha ribadito la sua innocenza e annunciato ricorso in appello. «Sono stato condannato contro ogni ragionevole certezza della mia estraneità ai fatti, confermata dai pm», ha dichiarato il sottosegretario in un’intervista al Corriere della Sera, aggiungendo di voler continuare a credere nella giustizia e attendere le motivazioni della sentenza. «Io sto al mio posto e continuerò a farlo in virtù del principio di non colpevolezza fino all’ultimo grado di giudizio», ha aggiunto, sottolineando come la sua condanna sia arrivata «dopo tre richieste di assoluzione della Procura». Delmastro ha inoltre espresso dubbi sulla composizione del collegio giudicante, affermando che fosse «fortemente connotato dalla presenza di Md», la corrente di sinistra della magistratura.