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Per il momento si tratta solo di una direttiva e non di una norma di legge, ma le indicazioni tassative diramate ieri dal ministro dell’Interno Matteo Salvini ha il sapore di un giro di vite molto serio. A tutti i prefetti, i questori, alla commissione nazionale per il diritto d'asilo e ai presidenti delle commissioni territoriali è stata recapitata una direttiva nella quale si spiega che bisogna ridurre i riconoscimenti della protezione umanitaria (28% dei permessi rilasciati a maggio 2018" Il permesso di soggiorno per motivi umanitari è stato concesso - scrive Salvini - in una varia gamma di situazioni collegate, a titolo esemplificativo, allo stato di salute, alla maternità, alla minore età, al tragico vissuto personale, alle traversie affrontate nel viaggio verso l'Italia, alla permanenza prolungata in Libia, per arrivare ad essere uno strumento premiale dell'integrazione". Ma secondo il ministro bisogna cambiare perché “tale prassi ha comportato la concessione di un titolo di soggiorno ad un gran numero di persone che, anche in base alla normativa europea sul diritto d'asilo, non avevano al momento dell'ingresso del nostro Paese i requisiti per la protezione internazionale e che, ora, permangono sul territorio con difficoltà d'inserimento e con consequenziali problematiche sociali che, nel quotidiano, involgono anche motivi di sicurezza".N ella direttiva dunque torna il cavallo di battaglia del leader della Lega: la sicurezza. Un bisogno che sarebbe dunque indotto dalla presenza di migranti in Italia. Meno permessi dunque sarebbero il modo per garantire la tranquillità dei cittadini.. Un’interpretazione abbastanza abusata ma che non poggia su basi circostanziate. La protezione umanitaria infatti dura due anni (rinnovabile) ed è concessa soprattutto a donne in gravidanza e bambini.Il Ministro si appella ad una sentenza della Cassazione che interpretata in maniera stringente la concessione di protezione umanitaria legandola a “seri motivi”cioè quando esistono provate "condizioni di partenza di privazione o violazione dei diritti umani nel Paese di origine". Se si è subita la privazione di libertà, la riduzione in schiavitù il Libia, se si è affrontato un viaggio rischiando di morire nel mediterraneo questo non basta.