In Brasile, i detenuti possono ridurre la loro pena di quattro giorni per ogni libro letto e recensito, con una riduzione massima di 48 giorni all'anno. Il programma, chiamato “Remição pela Leitura” ("Redenzione attraverso la lettura"), è attivo da oltre dieci anni e offre uno spunto interessante per altri Paesi, come l’Italia, alle prese con il sovraffollamento carcerario e i suoi tragici effetti, come l’alto numero di suicidi nelle carceri.

Secondo il programma, ogni libro preso in prestito e analizzato attraverso una relazione scritta consente al detenuto di ottenere un abbattimento della pena. Ogni anno, il detenuto può beneficiare di dodici libri, e il meccanismo premia la collaborazione e la riflessione, anziché concentrarsi esclusivamente sulla punizione. Questo sistema, che rispetta il principio di rieducazione della pena, ha visto numerosi successi, contribuendo alla diminuzione della recidiva e all'inclusione sociale dei detenuti.

In Brasile, dove il tasso di recidiva supera l'80% e le carceri sono sovraffollate, la lettura ha assunto un ruolo cruciale nella vita dei detenuti. Chi partecipa al programma legge in media nove volte di più rispetto alla popolazione generale, e molti di loro non avevano mai aperto un libro prima della detenzione. Il funzionamento del programma è rigoroso: il detenuto deve scegliere un libro (narrativa, saggistica, poesia, evitando testi violenti) e, dopo averlo letto, scrivere una relazione che verrà valutata da una commissione. Se approvata, la pena viene ridotta di quattro giorni. Inoltre, il programma è stato adattato per includere audiolibri e testi in Braille, così da coinvolgere anche chi ha difficoltà visive o di alfabetizzazione.

Le case editrici, come Carambaia, contribuiscono a dare visibilità alle migliori recensioni scritte dai detenuti, permettendo loro di mostrare la propria identità e, attraverso questo, aumentare l’autostima. Anche altri Paesi, come Kazakistan, Uzbekistan e Russia, stanno seguendo l'esempio del Brasile, con programmi simili.

Il programma "Remição pela Leitura" potrebbe essere una soluzione ideale anche per l'Italia, dove la Costituzione stabilisce che la pena deve tendere alla "rieducazione del condannato" (art. 27, comma 3). In un sistema carcerario italiano che, come in Brasile, deve affrontare il sovraffollamento, l'adozione di misure rieducative potrebbe portare a significativi benefici per la società, riducendo la recidiva e migliorando la reintegrazione sociale dei detenuti.

Un esempio positivo in Italia è il carcere di Bollate, dove il 16% dei detenuti recidivi è molto inferiore alla media nazionale, dimostrando che il reinserimento attraverso il lavoro e l'educazione può davvero fare la differenza.

Il programma di lettura e lavoro in Brasile e a Bollate dimostra che l'investimento nella riabilitazione porta benefici concreti: meno crimine, minor costo per il sistema giudiziario e maggiore sicurezza per tutti. Come ha scritto Cesare Beccaria nel suo "Dei delitti e delle pene", la pena non deve tormentare o affliggere, ma impedire al reo di danneggiare nuovamente la società, promuovendo la sua reintegrazione.