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Manca ancora un anno alle elezioni, ma la battaglia per Roma è già cominciata. Soprattutto per il Movimento 5 Stelle, alla ricerca di una via d’uscita, dopo la gestione Raggi, che non pregiudichi la possibilità di rimanere in maggioranza. L’uscita di Beppe Grillo, che sul suo Blog pubblica un sonetto in romanesco di Franco Ferrari abbastanza ambiguo da lasciare spazio a ogni possibile interpretazione, manda in allarme il quartier generale pentastellato. Perché se è vero che tra i versi si legge che i romani ( «gente de fogna» ) non meritano la sindaca pentastellata, è anche certo che il garante usa le parole del poeta per licenziare la prima cittadina: «A Virgì, pijia na valigia, tu fijio, tu marito, famme un fischio, che se n’annamo via», si legge sul Blog.
A nulla serve la rettifica dell’autore, Ferrari, che corregge la parte sui romani definendoli poi «gente da niente» per placare le polemiche, ciò che rimane inalterato è il dato politico. Perché Grillo non interviene mai a caso. E mai a caso sceglie cosa pubblicare sul suo spazio online, soprattutto in una fase così delicata per la vita del suo Movimento. Per questo, l’inatteso post spiazza Raggi e buona parte del Movimento romano. Le tifoserie si schierano: da un lato chi legge comunque un endorsement del fondatore all’inquilina del Campidoglio, dall’altro chi non riesce a vedere altro che un benservito. Alla prima categoria si iscrive ovviamente la prima cittadina, da tempo impegnata a stringere alleanze coi vertici del partito ( da Di Maio a Di Battista) per incassare la ricandidatura, che si limita a censurare le parti offensive nei confronti dei suoi concittadini presenti sul sonetto, ma preferisce sottolineare i riferimenti al buon lavoro svolto in tutti questi anni. Chi invece replica a brutto muso al garante è Monica Lozzi, presidente M5S del VII Municipio di Roma, potenziale sfidante di Raggi come candidata per il Campidoglio qualora si svolgesse una votazione tra i pentastellati. «Caro Beppe, per me che da cittadina romana ho trascorso molti week end in compagnia di altri volontari per prenderci cura del nostro metro quadrato ( ti ricordi, Beppe, cos’è il nostro metro quadro?), sentirsi apostrofare come “gente di fogna” in un articolo pubblicato sul tuo blog ha fatto molto male», dice, ricordando proprio a Grillo gli antichi capisaldi del grillismo. «Questo stile comunicativo basato sul vittimismo e l’insulto che fa sembrare la propria una missione solitaria contro tutto e tutti è alquanto fuori luogo», aggiunge Lozzi, prima di invitare il numero uno del partito a chiedere scusa ai romani.
Ma l’ambiguità del messaggio consente a Grillo di prendere altro tempo per decidere sul destino della Capitale. Il fondatore, è risaputo, vorrebbe estendere l’esperimento di Palazzo Chigi a tutta Italia, rendendo organica l’alleanza col Pd in ogni territorio. Ma proprio l’eventuale ricandidatura di Raggi renderebbe impossibile l’accordo per il Campidoglio. Sul punto, Nicola Zingaretti è stato categorico: per i dem sarebbe impossibile accettare un secondo mandato di Virginia, proprio come è impossibile per i pentastellati pensare di sostenere Vincenzo De Luca. Per favorire la nascita di una coalizione bisogna dunque tirare fuori altri nomi. Grillo lo sa benissimo ma non può scaricare da un giorno all’altro la sua sindaca. Dunque, gioca con le parole per mostrare la sua gratitudine a Raggi e allo stesso tempo prepararla al passo indietro. Passo indietro che, a Statuto ancora in vigore, dovrebbe essere comunque automatico. Ma le regole, si sa, son fatte per essere cambiate e persino Vito Crimi si è detto favorevole ad allentare i vincoli per sindaci in modo tale da non disperdere un kow how faticosamente conquistato negli ultimi anni.
La via d’uscita per il Movimento 5 Stelle capitolino è dunque abbastanza stretta: serve una resa onorevole da offrire alla prima cittadina uscente e un nuovo candidato da proporre agli alleati. E tra le file grilline c’è solo un nome che manderebbe in crisi Zingaretti: Roberta Lombardi. È lei la vera pioniera dell’intesa coi dem, declinata nella formula dell’opposizione non belligerante in Regione alla maggioranza capitanata proprio dal segretario Pd. Lombardi, da sempre antagonista di Raggi, potrebbe trasformarsi nel cavallo di Troia del M5S per mantenere la poltrona più alta del Campidoglio grazie al sostegno democratico.
Se la legislatura in Parlamento durasse ancora più del previsto, la tornata delle Comunali del prossimo anno (Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli) diventerebbe il piatto forte della contesa politica del 2021. E sarebbe incomprensibile, a quel punto, se Pd e M5S non si sedessero alla stessa tavola.