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Evitata l'infrazione. L’Italia, per ora, è salva. Il collegio dei commissari europei ha deciso di non raccomandare al Consiglio UE di aprire una procedura per deficit eccessivo, considerando il pacchetto da 7,6 miliardi approvato lunedì dal governo Conte un’assicurazione sufficiente.
L’Esecutivo tira un sospiro di sollievo, reso ancora più dolce dall’abbassamento dello spread sotto la soglia psicologica dei 220 punti differenziali.
L'azione di Conte e Tria
A intestarsi la vittoria è il duo di governo Conte- Tria, argini alle liti intestine tra Lega e 5 Stelle, che ora incassano il risultato: «Oggi è un giorno importante per l’Italia, che porta a casa il risultato che merita. Nessuna procedura di infrazione, l’Europa ci riconosce serietà e responsabilità», anche se «Non era facile e in molti erano pronti a scommettere contro di noi» ha commentato il premier, cui ha fatto eco il ministro Tria, spiegando che «A rendere possibile questo risultato non è stato un miracolo ma la conduzione di una prudente politica della finanza pubblica sia sul lato delle entrate, in aumento anche sotto il profilo strutturale, sia su quello delle spese, diminuite grazie a una serie di risparmi e senza ricorrere a tagli».
In sintesi, la linea della prudenza ha pagato e non era scontato evitare la procedura: «Non è stato facile trovare l’intesa con Bruxelles. Ma ci siamo riusciti grazie a un grosso sforzo che non ha richiesto una manovra correttiva ma ci ha comunque evitato la procedura di infrazione per debito eccessivo».
Non solo, Tria ha voluto sottolineare come quella del governo sia una doppia vittoria: «L’impegno del Governo a rilanciare crescita e occupazione nel segno della coesione sociale e della stabilità finanziaria, in linea cioè con le regole Ue del Patto di Stabilità e Crescita, è stato premiato due volte: dall’accordo con la Commissione europea e, ancora più importante, dalla reazione estremamente positiva dei mercati», visto che la borsa è salita dell’ 1,6%, il rendimento dei titoli decennali del Tesoro è sceso ai minimi dal dicembre 2017 e lo spread è in netta discesa.
La scure europea si è allontanata, ma non i problemi interni. «Adesso proporrò al governo di accelerare sulla manovra per l’anno prossimo. Con la flat tax, ovviamente, che resta in campo», è stato il commento a caldo del vicepremier Matteo Salvini, che non ha perso l’occasione per premere l’acceleratore sulla nuova misura- simbolo leghista.
Lo stesso ha fatto anche il suo omologo Luigi Di Maio, che ha ribadito come ora «Il salario minimo si farà; le tasse le vogliamo tagliare, in Italia si è aspettato fin troppo tempo; gli investimenti per nuove infrastrutture, dove realmente servono, partiranno; scuola e sanità devono essere tutelate come asset strategici; sui migranti non resteremo in silenzio, ora tocca agli altri».
A differenza del collega leghista, tuttavia, il leader grillino ha speso parole di ringraziamento per il lavoro del premier Conte, facendogli le congratulazioni «per il lavoro svolto ai tavoli europei».
Se il governo punta a far passare questa come una vittoria dell’esecutivo che non si è piegato ai dettami dell’Austherity europea, la decisione è stata presentata in altri termini da Bruxelles.
La posizione Ue
«Il governo italiano lunedì scorso ha approvato un pacchetto formale che dà una risposta formale alle nostre condizioni», ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, «Dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020.
Il Governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni» e quindi «la procedura per debito non è più giustificata». L’Europa, dunque, ha scelto di fidarsi delle garanzie offerte da Conte e Tria, ma l’occhie è sempre puntato: «I dettagli arriveranno in ottobre con il progetto di legge di bilancio», dunque per dirla con Pierre Moscovici «La marmotta può sempre svegliarsi».
Ovvero, non è ancora possibile avere certezze su che cosa succederà in ottobre: la lettera italiana conferma una riduzione di 7,6 miliardi di euro delle stime di indebitamento netto per quest’anno, ottenuta grazie ai due miliardi di spesa congelati, alla correzione di bilancio appena approvata e al decreto legge che blocca 1,5 miliardi di risorse in vista di un minor “tiraggio” da reddito di cittadinanza e ‘ Quota 100’.
Ora, l’obiettivo è attenersi a queste previsioni, nonostante le nuove spinte degli alleati di governo per nuove misure che potrebbero tornare a impensierire i conti.