Nel pieno delle celebrazioni per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, la premier Giorgia Meloni interviene per ribadire la posizione del governo sulla riforma della giustizia. Un tema che ha provocato uno scontro acceso con la magistratura, culminato nelle proteste dei magistrati in tutta Italia contro la separazione delle carriere.

Meloni, parlando a Gedda prima di visitare la nave scuola Amerigo Vespucci, ha sottolineato la legittimità delle manifestazioni, ma ha anche criticato l’atteggiamento di chi rifiuta il dialogo e demonizza le riforme.

«Proteste legittime, ma la giustizia va riformata»

«Credo che le proteste siano sempre legittime – ha dichiarato Meloni – ma a me può rammaricare questo atteggiamento dell’Associazione Nazionale Magistrati, per cui qualsiasi riforma in materia di giustizia viene letta come una sorta di apocalisse, una fine del mondo da rifiutare senza se e senza ma. Penso che non giovi neanche ai magistrati, perché quando ci si confronta, poi dei punti di contatto si trovano».

La presidente del Consiglio ha poi sottolineato che le scelte del governo si muovono nel rispetto della Costituzione e del mandato elettorale: «Rispetto alla Costituzione che viene ostentata durante le proteste, mi corre l’obbligo di ricordare che l’articolo 49 dice che i cittadini hanno diritto ad associarsi in partiti politici per concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale. Significa che i cittadini si organizzano, votano e scelgono i programmi. Noi stiamo facendo qualcosa che è perfettamente adeguato alla Costituzione».

Inaugurazione Anno Giudiziaro del Tribunale di Milano - Milano, Sabato 25  Gennaio 2025 (Foto Claudio Furlan/Lapresse)Inauguration of the Judicial Year of the Court of Milan - Milan, Saturday 25 January 2025 (Photo Claudio Furlan/Lapresse)
Inaugurazione Anno Giudiziaro del Tribunale di Milano - Milano, Sabato 25  Gennaio 2025 (Foto Claudio Furlan/Lapresse)Inauguration of the Judicial Year of the Court of Milan - Milan, Saturday 25 January 2025 (Photo Claudio Furlan/Lapresse)
Toghe in fila a Milano durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2025 (LAPRESSE)

Un richiamo all’autonomia istituzionale

Meloni ha ribadito che la riforma non rappresenta un attacco alla magistratura, ma un passo necessario per modernizzare il sistema giustizia: «Non trovo un articolo della Costituzione che dica che la giustizia non si possa riformare». 

Le proteste dei magistrati: un dissenso che si estende

Le parole della premier giungono in un clima di tensione, con numerosi magistrati che, in segno di protesta, hanno abbandonato le cerimonie di apertura dell’anno giudiziario. Da Roma a Napoli, da Milano a Torino, il dissenso contro la riforma si è manifestato con gesti simbolici e dichiarazioni accorate.

A Roma, il sottosegretario Alfredo Mantovano ha commentato l’uscita dei magistrati dall’aula: «Abbandonare il dialogo non è una manifestazione di forza, ma semmai di debolezza. Se gli argomenti più radicali, quelli della completa inaccettabilità della riforma, fossero così ben fondati, perché non riferirli guardandosi negli occhi, articolandoli uno per uno e replicando alle eventuali risposte?».

A Napoli, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ricevuto applausi dagli avvocati presenti, ma ha dovuto affrontare il dissenso di una parte della magistratura. «La riforma non lede l’autonomia dei magistrati, ma è necessaria per garantire un sistema più giusto ed efficiente», ha ribadito Nordio.

Protesta Magistrati all’Inaugurazione Anno Giudiziaro del Tribunale di Milano - Milano, Sabato 25  Gennaio 2025 (Foto Claudio Furlan/Lapresse)Inauguration of the Judicial Year of the Court of Milan - Milan, Saturday 25 January 2025 (Photo Claudio Furlan/Lapresse)
Protesta Magistrati all’Inaugurazione Anno Giudiziaro del Tribunale di Milano - Milano, Sabato 25  Gennaio 2025 (Foto Claudio Furlan/Lapresse)Inauguration of the Judicial Year of the Court of Milan - Milan, Saturday 25 January 2025 (Photo Claudio Furlan/Lapresse)
Proteste dei magistrati all'esterno del tribunale di Milano (LAPRESSE)

Dibattito politico e divisioni

Sul fronte politico, il dibattito resta acceso. La maggioranza di governo ha difeso il provvedimento, accusando una parte della magistratura di politicizzare il proprio ruolo. Il vicepremier Antonio Tajani ha commentato: «Mi dispiace vedere che i servitori dello Stato che indossano la toga, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, si alzano e se ne vanno con in mano la Costituzione. Forse dovrebbero studiarla un po’ meglio». Tajani ha poi difeso la riforma come uno strumento per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario, elemento chiave per attrarre investimenti e rafforzare la competitività del Paese.

Matteo Salvini, invece, ha attaccato direttamente le correnti della magistratura: «Un servitore dello Stato non è un servitore di un partito. Con questi atti irrispettosi, i magistrati si mettono in un angolo. Noi andiamo avanti con la separazione delle carriere e con una giustizia più equa».

Dal fronte dell’opposizione, le critiche non mancano. Anna Rossomando (PD) ha parlato di un «clima artatamente creato» dal governo per giustificare riforme che, secondo lei, mettono a rischio l’autonomia della magistratura. Anche l’ex sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha espresso solidarietà ai magistrati, definendo la riforma un «attacco senza precedenti» e denunciando il clima di denigrazione verso la magistratura alimentato dalla maggioranza.