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Il Sottosegretario Alfredo Mantovano in occasione dell’assemblea per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 presso la Corte di Appello di Roma
L’intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte d’Appello di Roma, è stato segnato dalle proteste dei magistrati, che hanno abbandonato l’aula in 59 al momento del suo discorso, in opposizione alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. Un gesto che Mantovano ha definito «impegnativo e carico di significato», ma che non ha frenato il suo appello al confronto.
Mantovano: una riforma per i cittadini, non contro i magistrati
«Non abbiamo nessuna intenzione di fare una riforma contro i magistrati: vogliamo fare una riforma per i cittadini», ha dichiarato Mantovano, ribadendo che il governo punta a migliorare il sistema giustizia nel rispetto delle istituzioni. «Immaginavamo di raggiungere quest’obiettivo col contributo anche critico, anche fortemente critico, ma reale, dei magistrati. Abbiamo rivolto innumerevoli inviti in tal senso. Non poterne disporre è qualcosa che ci fa andare avanti comunque, ma ci rammarica».
Un appello al dialogo
Il sottosegretario ha criticato la scelta di alcuni magistrati di non partecipare al dibattito: «Abbandonare il tavolo del dialogo non è una manifestazione di forza, semmai di debolezza: se gli argomenti più radicali, quelli della completa inaccettabilità della riforma, fossero così ben fondati, perché non riferirli de visu, guardandosi negli occhi, articolandoli uno per uno e replicando alle eventuali risposte?».
Mantovano ha sottolineato che il dialogo con gli avvocati, pur non privo di divergenze, è stato costruttivo, portando a risultati come l’equo compenso e norme sull’intelligenza artificiale. «Dunque, non prendo la sedia vuota come mancanza di rispetto istituzionale. La prendo come un’opportunità che si perde».
Riforma e legittimità democratica
Mantovano ha ricordato che la riforma fa parte del programma elettorale approvato dagli elettori nel 2022: «La medesima Costituzione che oggi viene contrapposta alla riforma in discussione stabilisce il diritto dei cittadini ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Non dice che, se assumo un impegno con gli elettori e ne ricevo il consenso, poi devo disattendere l’impegno assunto».
Un confronto ancora aperto
Mantovano ha concluso il suo intervento con un invito a superare la contrapposizione: «Confido in un ripensamento: nell’interesse di quel popolo italiano nel cui nome ogni giorno voi rendete giustizia». Il gesto delle toghe di lasciare l’aula rimane un segnale forte, che riflette il cli