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In Algeria, dopo un mese di proteste che hanno visto, non solo nella capitale, le strade del Paese percorse da milioni di cittadini uniti contro il quinto mandato presidenziale di Abdelaziz Bouteflika, l’eterno leader ha deciso di rinunciare alla sua candidatura annunciando un rinvio delle prossime elezioni che si sarebbero dovute tenere il 18 aprile. Escluse al momento le sue dimissioni. come invece chiede il movimento.
La mossa di Bouteflika si presta già a diverse interpretazioni, molte delle quali evidenziano la manovra machiavellica del regime.
Per il direttore del giornale El Watan, Omar Belhouchet, «Abdelaziz Bouteflika, con un gioco di prestigio di incredibile leggerezza politica, annulla le elezioni presidenziali del 18 aprile 2019... per rimanere al potere». Giudizio “tranchant” anche da parte di El Khabar che riassume il messaggio alla nazione titolando «Bouteflika prolunga il quarto mandato!», interrogandosi peraltro su come reagirà la piazza davanti alle mancate dimissioni del capo di Stato.
Tornato in patria domenica scorsa, l’anziano e malato presidente si è rivolto per la seconda volta agli algerini. Come il 3 marzo scorso, Bouteflika ha scritto una lettera che fissa alcuni punti. Innanzitutto la rinuncia alla sua candidatura, il rinvio delle elezioni per almeno otto mesi e la convocazione di una Conferenza nazionale per le riforme. Tutto ciò per andare incontro alle «giuste aspirazioni del popolo algerino». Per uno degli avversari di Bouteflika, Djamel Zenati, quella che sembra una grande vittoria dell’opposizione popolare in realtà nasconde una manovra per prendere tempo e sterilizzare la protesta.
Secondo una delle organizzazioni laiche parte integrante delle proteste, il Rally per la Cultura e la Democrazia ( Rcd), il messaggio di Bouteflika non ha alcun effetto pratico significativo, anzi sembrerebbe una lettera di ricandidatura che ha il solo intento di invertire il calendario degli eventi. Nelle intenzioni, la Conferenza nazionale sarà «inclusiva e indipendente equamente rappresentativa della società» in essa si collocheranno tutte le correnti politiche.
Ancora una volta però, il programma politico non è stato stabilito.