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Le Nazioni Unite hanno annunciato che la Conferenza sulla Libia in programma dal 14 al 16 aprile a Ghadames è stata rinviata a data da destinarsi, dato che continuano gli scontri tra milizie governative e combattenti fedeli al generale Khalifa Haftar. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, è tornato a chiedere la «fine immediata» delle operazioni militari, mentre migliaia di persone sono state costrette a lasciare le proprie case a sud di Tripoli, dove più intensi sono i combattimenti. Guterres ha esortato ad una de- escalation per «prevenire una guerra totale», ribadendo che «non c'è una soluzione militare al conflitto».
Nel caos libico ritorna alla ribalta anche l’Isis, o almeno ci prova. Il movimento islamista ( che negli anni scorsi ha avuto un certo successo in Libia prima di essere espulso dagli sforzi congiunti di praticamente tutti gli altri attori) ha rivendicato l’attacco armato a una città nel centro del Paese, parlando di una «vendetta» per la perdita dei territori che controllava in Siria. L’attacco alla cittadina di Fuqaha, del distretto di Giofra, si è svolto con vari veicoli che sono entrati all’improvviso in città, hanno compiuto i loro raid, uccidendo almeno tre persone e sequestrandone una quarta, hanno interrotto le linee di comunicazione ed elettricità, e hanno dato alle fiamme varie abitazioni. Una delle persone uccise era il presidente del Consiglio locale del villaggio, che è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre dormiva. La seconda persona uccisa era il capo della guardia municipale.
Intanto a Tripoli continua la situazione di stallo e di assedio, senza che le parti in causa mostrino cenni di ripensamento ma senza neppure che sembrino in grado di assumere il controllo del campo di battaglia. Per ora sono almeno una cinquantina i morti e circa duecento i feriti negli ultimi giorni di scontri, secondo quanto registrato dall'Organizzazione mondiale della sanità, che ha anche «condannato con forza» l’uccisione di due medici che lavoravano a Tripoli. Intanto le forze del generale Khalifa Haftar, al comando dell’autoproclamato Esercito nazionale libico ( Lna), hanno condotto un nuovo raid aereo sull'aeroporto internazionale di Tripoli, situato alla periferia sud della capitale. L’altro aeroporto, quello di Mitiga, chiuso dopo un attacco aereo, ha deciso di riaprire ma solo per i voli notturni.