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Non esiste nascita di governo che non sia accompagnata dal totoministri. Il confronto tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico è serrato, le caselle da riempire molte. Tra i confermati del precedente esecutivo dovrebbe esserci il Guardasigilli pentasellato, Alfonso Bonafede, mentre a traballare sarebbe la poltrona della titolare della Difesa, Elisabetta Trenta, che però gode dei favori dei militari che la vorrebbero ancora al suo posto ( in alternativa, sarebbe pronto Franco Gabrielli).
Altra conferma dovrebbe essere quella di Giulia Grillo alla Sanità, mentre Riccardo Fraccaro potrebbe prendere il posto di Giulia Bongiorno alla Pubblica amministrazione. Silurato quasi di certo, invece, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, con tutta probabilità sostituito da un altro grillino. Tra i palazzi circola il nome di Stefano Patuanelli, anche se il Pd ambirebbe a collocare proprio lì Graziano Delrio ( in alternativa in odore della poltrona alle Politiche sociali).
Quanto ai ministeri di peso, i dem reclamano per sè Viminale e Ministero degli Esteri, da assegnare rispettivamente ad Andrea Orlando e Paolo Gentiloni. Enzo Moavero Milanesi, però, non sembra disposto a lasciare senza contropartita la Farnesina, per la quale piacciono anche i nomi di Roberto Gualtieri ed Enrico Letta.
Allo Sviluppo economico - spacchettato dal ministero del Lavoro dove vorrebbe rimanere Luigi Di Maio - dovrebbe arrivare la vice di Zingaretti, Paola De Micheli, mentre il nome di Maurizio Martina circola con insistenza ( alle Regioni), cosi come quello di Ettore Rosato ( Rapporti con il Parlamento). Per i renziani, ancora in forse sull’entrata ufficiale in Esecutivo, potrebbero avere chance Lorenzo Guerini, Anna Ascani ( Cultura) e Simona Malpezzi ( Istruzione).
Una delle maggiori incognite riguarda il delicato ministero dell’Economia, dove le quotazioni di Giovanni Tria sono in picchiata: il Quirinale vorrebbe un tecnico e a circolar e è il nome di Lucrezia Reichlin, molto vicina a Mario Draghi. Altro dilemma rimane intorno ai vicepremier: il Pd ne vuole solo uno e di segno dem ( Dario Franceschini), i 5 Stelle insistono per mantenere Di Maio in quel ruolo.
Conte potrebbe invece decidere di non nominarne nemmeno uno e di optare solo per due sottosegretari. Uno dei nodi, tuttavia, sono le donne: troppo poche, tanto da scatenare la caccia alle potenziali ministre.