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Proteste in Romania per l'esclusione di Calin Georgescu dalle elezioni presidenziali
La Corte Costituzionale della Romania ha rigettato il ricorso presentato da Calin Georgescu, figura di spicco dell’estrema destra con posizioni filo-russe, contro l’esclusione dalla corsa alle elezioni presidenziali. Il processo elettorale era stato annullato dopo il primo turno dello scorso novembre, vinto proprio da Georgescu.
A febbraio, il politico è finito al centro di un’inchiesta giudiziaria per presunte false dichiarazioni sui finanziamenti della sua campagna elettorale. Con la sentenza di oggi, la sua candidatura è definitivamente compromessa.
La decisione della Corte ha scatenato forti reazioni politiche. George Simion, leader del partito Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), di cui Georgescu faceva parte prima di prendere le distanze, ha parlato di un «attacco alla democrazia e alle libertà fondamentali».
Sul caso è intervenuto anche Matteo Salvini, vicepremier italiano e leader della Lega, che su X ha definito la sentenza «un euro-golpe di stampo sovietico», esprimendo solidarietà a Georgescu e ai cittadini rumeni. Salvini ha inoltre denunciato il rischio di un «grave precedente per l'Europa», sostenendo che la vicenda non debba passare inosservata.