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Una fase della concorso per giornalisti Rai celebrato nel 2015: parteciparono in 3.000
"Nel suo intervento al congresso della Fnsi, il direttore Alessandro Casarin, che guida la Tgr, Testata giornalistica regionale della Rai, ha detto che l'azienda, per individuare nuove risorse giornalistiche, dovrebbe celebrare un nuovo concorso su base regionale anziché ricorrere alla già esistente graduatoria del concorso 2015. Ma il direttore Casarin sa bene che l'ulteriore scorrimento della graduatoria è sancito da una legge dello Stato, la legge di Bilancio 2018, al comma 1096". È quanto dichiara, in una nota, il Comitato Informazione pubblica, fondato da oltre 100 giornalisti risultati idonei al concorso Rai 2015 e assistito dall'avvocato Vincenzo Iacovino. "E soprattutto", prosegue la nota, "tale legge dello Stato obbedisce a un evidente principio di trasparenza a cui è giusto che si ispiri una grande azienda di servizio pubblico qual è la Rai. Non solo, perché quella norma assicura anche la coerenza, per la Rai, con criteri di gestione basati sul principio di economicità. Quei criteri che oggi è giusto considerare prioritari e che sarebbero invece contraddetti dal ricorso a una nuova selezione di giornalisti: un costo elevatissimo che la legge di Bilancio 2018 impone di evitare proprio perché si è già in presenza di una graduatoria, come quella del 2015, composta da giornalisti giudicati idonei dalla stessa Rai, dunque pronti a fornire quel contributo di professionalità di cui si è detto certo il presidente della commissione esaminatrice Ferruccio de Bortoli. E anzi", conclude la nota del Comitato, "non ce ne vorrà il direttore Casarin, ma visto che nel momento in cui la graduatoria 2015 riprendesse a scorrere sarebbe plausibile che molti dei giornalisti della stessa graduatoria venissero chiamati da testate regionali della Rai, ci auguriamo che molti di noi possano avere proprio Casarin come loro direttore".