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Per la prima volta una donna arriva al vertice della Corte costituzionale. I giudici della Consulta hanno eletto presidente la giurista cattolica Marta Cartabia. Approdata alla Corte nel 2011 su nomina dell'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano, dal 2014 vicepresidente, Cartabia è docente di diritto costituzionale e ha un profilo internazionale per studi e pubblicazioni. «Sì è rotto un vetro di cristallo - ha commentato dopo la nomina -. Ho l’onore di essere qui come apripista.
La neo presidente finlandese ha detto che età e sesso non contano più. In Italia un po’ ancora contano, spero presto di poter dire che non contano più». Originaria della provincia di Milano, ha 56 anni ed è tra i più giovani presidenti che la Consulta abbia avuto, ma il suo mandato sarà breve: durerà solo nove mesi, dato che per legge l'ufficio di giudice costituzionale non può durare più di nove anni. La scorsa estate, prima della nascita del “Conte bis”, il suo nome era circolato come possibile premier di un governo di transizione.
Alla Consulta è stata relatrice di importanti sentenze su questioni controverse e che spaccano l'opinione pubblica. Come quella sui vaccini, con la quale la Corte ha stabilito che l'obbligo di farli non è irragionevole, bocciando il ricorso della regione Veneto. O quella sull'Ilva, che dichiarò incostituzionale il decreto del 2015 che consentiva la prosecuzione dell'attività di impresa degli stabilimenti, nonostante il sequestro disposto dall'autorità giudiziaria dopo l'infortunio mortale di un lavoratore.
La neo presidente ha confermato vicepresidenti i giudici Aldo Carosi e Mario Rosario Morelli. «Congratulazioni e auguri di buon lavoro dal Consiglio nazionale forense a Marta Cartabia, prima donna presidente della Consulta, incarico fondamentale per la democrazia e la tutela dei diritti di tutti». ha scritto su Twitter Andrea Mascherin, presidente del Cnf, la massima istituzione dell’avvocatura italiana. «È una bella notizia che ci sia stata l’unanimità e che per la prima volta una donna ricopra un incarico così importante», ha commentato il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini. Auguri anche dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e dai presidenti di Camera e Senato Roberto Fico ed Elisabetta Casellati.