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Il leader di Italia viva Matteo Renzi
L’idea è: non siete voi che ci cacciate dal governo, siamo noi a chiedere che Bonafede non ne faccia più parte. Ecco la logica con cui Matteo Renzi alza ancora la posta in gioco sulla prescrizione, fino ad annunciare «la mozione di sfiducia» nei confronti del guardasigilli. L’impennata arriva di sera, alla riunione dei parlamentari di Italia Viva. Dopo che il renziano Roberto Giachetti aveva sfoderato per primo l’ipotesi: «Se continuano con le forzature sulla prescrizione, il ministro della Giustizia si troverà con una bella mozione contro, questo è pacifico...». Rilancio che il Movimento 5 Stelle tratta fin dall’inizio senza trascurarlo come un bluff qualunque: il capo politico reggente Vito Crimi replica che «gli attacchi e le costanti minacce sono inaccettabili: se intendono aprire la crisi lo si dica chiaramente, si faccia secondo modi e procedure istituzionali. A quel punto», è la sfida, «gli italiani sapranno chiaramente chi vuole fare il loro interesse e chi no». Il muro grillino è puntellato da Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e capo delegazione dem nel governo: «Se un partito di maggioranza minaccia di sfiduciare un ministro, sta minacciando di sfiduciare l’intero governo». Parole che danno la misura della tensione. Il clou arriva con la riunione dei gruppi parlamentari di Italia Viva. Renzi dà ai suoi la seguente linea: «Se per impedirci di emendare il milleproroghe col lodo Annibali ponessero la fiducia, noi rilanceremmo con la mozione su Bonafede. Si fa sul serio». Campo di battaglia definito: primo round sul lodo Annibali, già presentato da Italia Viva a Montecitorio, dov’è destinato a non passare. Proposta come emendamento al milleproroghe, la modifica congela per un anno l’efficacia della norma Bonafede sulla prescrizione, in vigore dal 1° gennaio. Il “lodo” porta la firma della deputata Lucia Annibali, capogruppo di Italia Viva nella commissione Giustizia della Camera. Renzi (che è senatore) lo riproporrebbe a Palazzo Madama, dove ha i numeri dalla sua. A quel punto il governo presenterebbe un maxiemendamento depurato dal lodo Annibali e blindato con la fiducia. Italia viva non la farebbe venir meno. Ma presenterebbe appunto la mozione anti guardasigilli. Convinta che sarebbe sostenuta dall’intera opposizione. E forse da qualche franco tiratore dem. Chiosa di Renzi alla pre-riunione di mezza sera: «Non si molla neppure di un centimetro. Dicono che mi fermo per aspettare le nomine. Si vede che non mi conoscono». Concetto sdoganato, nel giro di pochi minuti, dal limbo dei retroscena: l’ex premier lo mette per iscritto anche sui social network. Mentre lui affila le armi, il resto della maggioranza ha le polveri bagnate. Almeno sul lodo Conte bis. Resta problematica l’idea di proporlo come emendamento al solito milleproroghe. Parte anche la contraerea di Forza Italia: «Tutti i costituzionalisti ritengono illegittimo inserire nel decretone una norma di quel tipo sulla prescrizione», dice Mariastella Gelmini, «se il presidente della Camera Fico desse via libera, ci rivolgeremmo al Capo dello Stato Mattarella affinché preservi le prerogative del Parlamento». Sempre nel pre-martch della riunione di Italia Viva, la ministra renziana Teresa Bellanova conferma che «se la prescrizione resta com’è il governo rischia». Tanto per chi non l’avesse capito.