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Chiusi quattro settori del centro di permanenza e rimpatrio ( Cpr) di Ponte Galeria e liberati 28 migranti in seguito all’incontro che il Garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma ha avuto con la prefetta Gerarda Pantaleone. Sono quindi ventotto, su ottantacinque trattenuti nel settore maschile del Cpr di Ponte Galeria, le persone che sono stati liberate dopo le denunce delle pesanti condizioni che vivono i migranti all’interno.
Il Garante nazionale si è attivato su indicazione della clinica legale dell’immigrazione dell’università Roma Tre e a seguito dei sopralluoghi del garante regionale Stefano Anastasìa e dei consiglieri regionali Marta Bonafoni ( lista Civica Zingaretti) e Alessandro Capriccioli (+ Europa). In questi giorni la Clinica Legale è stata in contatto costante con alcuni dei trattenuti che, dal 19 settembre, sono stati costretti a dormire all’addiaccio negli spazi esterni del Cpr, dopo che la notizia di un rimpatrio verso la Nigeria, paese di cui sono note le problematiche condizioni di vita e le lacune del sistema di giustizia, ha scatenato una rivolta.
In seguito all’ingresso del delegato del Garante, si sono potute documentare le situazioni all’interno. Le condizioni di vita sono risultate allo stremo. Dormivano su pochi materassi gettati in terra: bagni, spazi comuni e camerate nelle sezioni coinvolte sono inutilizzabili. Tutto è buio e coperto di fuliggine, l'aria all'interno risultava irrespirabile e i pochi oggetti che accompagnano la vita quotidiana in questo luogo di sospensione delle vite dei reclusi erano sparsi per i cortili. I migranti trattenuti si lamentano in particolare modo della mancanza di cure mediche adeguate vista che da un anno non era più operativo il protocollo con l'Asl che consentiva cure e controlli più celeri.
Da ricordare che nel corso dei disordini che si sono verificati venerdì scorso nel Cpr di Ponte Galeria di Roma, il Garante nazionale è stato costantemente in contatto con la Prefettura della Capitale sull'evolversi degli eventi. Per questo motivo, il giorno dopo, il Garante ha inviato un proprio delegato a verificare direttamente la situazione. I danni risultavano importanti: due settori completamente danneggiati e resi inutilizzabili dalle fiamme appiccate da alcuni ospiti, mentre in altri tre settori sono inagibili solo le aree destinate alla socialità.
I posti letto compromessi sono in tutto fra i 16 e i 20. I vigili del fuoco hanno dichiarato agibili i restanti ambienti del Centro. Per tale motivo, alcuni ospiti sono stati spostati: in parte sono stati alloggiati in altri settori del Cpr laddove vi erano posti disponibili, mentre altri sono stati trasferiti nel Cpr di Palazzo San Gervasio in Basilicata. A causa del forte odore di bruciato, che persisteva, alcuni dei migranti trattenuti nel Centro hanno trascorso la notte all’aperto. In quella stessa mattinata, il Garante nazionale ha congiuntamente monitorato un'operazione di rimpatrio forzato verso la Nigeria, già da tempo in programma, che partiva proprio dal Cpr di Roma.
Tale operazione, realizzata con un volo charter, era stata proprio all'origine dei disordini, con un'aggressione a un operatore e l’incendio che ha danneggiato il Centro. Infine, come detto, dopo l’incontro tra la prefetta e il Garante, è stato svuotato un settore del Cpr che inizialmente era stato considerato agibile. Nel frattempo, nella giornata di ieri, su sollecitazione del garante regionale Anastasìa è stato rinnovato il protocollo d’intesa tra la Asl competente e la Prefettura, per la riattivazione dei servizi sanitari pubblici nel Centro. «Resta attivo – fa sapere però Anastasìa -, tra le cause della protesta, l’ingiustificato divieto di uso dei telefoni personali, con le conseguenti difficoltà di comunicazione con l’esterno delle persone trattenute che speriamo la prefettura voglia finalmente superare» .