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Un agente della Polizia all'esterno della porta di casa di un componente della famiglia Spada contro la quale sono stati esplosi cinque colpi di pistola, Ostia, 26 Novembre 2017. Poco dopo è stata presa a calci e pugni anche la porta di casa del fratello. ANSA/ SARA CERVELLI
Gli apprezzamenti alla figlia di soli 15 anni, poi la rissa e quel coltello che ha lasciato a terra un 19enne di origini egiziane, morto oggi in ospedale dopo un giorno di agonia. A sferrare il fendente il padre della giovane, un 39enne ora indagato per omicidio.Tutto è accaduto ieri pomeriggio alla stazione Lido Centro, a Ostia. L’uomo, già noto alla giustizia e vicino a esponenti importanti del clan Spada, avrebbe agito per vendicare la figlia 15enne oggetto di presunte molestie subite proprio alla fermata dell’autobus da un gruppo di egiziani. Il 39enne, insieme a un amico e al fidanzato ecuadoriano della ragazzina, si sarebbe precipitato al volante della sua macchina (poi rintracciata in piazza Gasparri, nella zona ponente feudo del clan Spada) nel piazzale, ingaggiando una rissa con quattro nordafricani. Lanci di sampietrini, bottigliate e aggressioni a colpi di coltello e cacciavite sono andati avanti all’oscuro delle telecamere di sorveglianza, da tempo fuori servizio, fino a quando due degli egiziani sono rimasti a terra, feriti in modo più grave. Uno di questi, Mohamed Gabr Mostafa Salem, 19 anni compiuti il primo marzo scorso, è morto poco prima delle 16 di oggi durante un nuovo intervento chirurgico all’ospedale San Camillo dove era stato trasferito dal Grassi di Ostia. Ferito anche il 39enne, ferito da parte a parte a un bicipite con un cacciavite e da uno dei sampietrini lanciati durante la fuga in auto. Per tutti e sette i partecipanti alla violenta lite resta l’accusa di rissa aggravata.