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Ancora tragedia in mare a poche miglia da Lampedusa
Mancano 5 miglia alla costa, 5 miglia dopo un viaggio da tortura. Il barcone è partito dalle coste libiche, come quasi tutti gli altri. A bordo decine di migranti. All’orizzonte Lampedusa, ormai non più invisibile, poi vicinissima. L’imbarcazione si ribalta. All’arrivo della prima motovedetta vengono recuperati dal mare i corpi di sette migranti che non ce l’hanno fatta. In salvo, al momento, sono stati tratti in quarantacinque. È l’ultima tragedia dell’estate italiana. Risale a pochi minuti fa. L’ultima straziante immagine che arriva da Lampedusa, quotidiano approdo per chi dalle coste africane sogna una vita diversa in Europa. Lampedusa è allo stremo. La sua capacità ricettiva è ampiamente sopraffatta dai numeri. Nella giornata di ieri i migranti approdati nella maggiore delle isole Pelagie e trasferiti all’hotspot di Contrada Imbriacola sono stati 136. Ora si aggiungono i 48 che le motovedette hanno tratto in salvo stamattina. Nel centro in cui sono radunati gli stranieri si viaggia ormai verso le 400 presenze. Ieri era stata raggiunta quota 338, a fronte della capienza massima di 250 posti. La procedura si ripete più volte ogni giorno: quasi sempre sono le motovedette della Guardia di finanza a intervenire quando i barconi sono ancora a diverse miglia dalla costa. Appena sbarcati, uomini e donne reduci dalla traversata passano per il triage sanitario al molo Favarola, poi si viene portati all’hotspot. Ieri i barconi che hanno raggiunto in qualche modo Lampedusa sono stati 4. Prima sono arrivati 12 tunisini, poi 65 subsahariani, tra i quali si sono contate 32 donne, oltre a 5 minori non accompagnati. Quindi un terzo barcone, di circa 10 metri, con 41 migranti che una motovedetta della Guardia di finanza ha soccorso a 19 miglia dalla costa. Infine in serata una imbarcazione più piccola, con 18 a bordo, tra i quali 5 donne. L’estate della speranza mista a disperazione, nel cuore del Mediterraneo, è ampiamente cominciata.