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«Vengo punito per avere salvato 104 vite umane. È davvero incredibile». A Claus Peter Reisch, comandante della nave "Eleonore" della ong tedesca Lifeline, che la scorsa estate salvò nel Mediterraneo dal naufragio 104 persone, lo Stato Italiano ha appena notificato una maxi multa da 300 mila euro per avere disatteso il decreto sicurezza bis entrando. «Secondo l'Italia avrei disatteso il decreto sicurezza fortemente voluto da Salvini, ma io quella notte ero stato costretto a dichiarare lo stato di emergenza a bordo cosa altro dovevo fare? C'era stato un forte temporale, non si vedeva niente, la visibilità era pari allo zero e le 104 persone erano quasi tutte all'aperto, sul ponte della nave, stipate in poco più di 40 metri. Ognuno poco meno di mezzo metro di spazio a disposizione. Ed erano a bordo da più di una settimana. Dopo il temporale erano tutti bagnati fradici. Erano persone, come si fa a non capirlo? Per cercare di farli riscaldare li abbiamo fatti scendere nelle nostre cabine, quelle dell'equipaggio. Gli abbiamo fatto usare i nostri bagni, pure l'infermeria. Insomma, tutti gli spazi disponibili. Ma non bastavano», racconta il comandante. «Ho informato che stavo andando a Pozzallo perché lì c'è un hotspot che si trova direttamente al porto e così i naufraghi non avrebbero dovuto prendere il pullman per essere trasferiti altrove. Ho ritenuto che fosse il porto più adeguato, da qui la decisione di dirigermi proprio a Pozzallo», prosegue Claus Peter Reisch. «Le autorità mi hanno ribadito che era vietato entrare in acque italiane perché bisognava rispettare il decreto sicurezza, ma in quel momento non mi interessava perché c'era in corso una emergenza. Come capitano non c'erano altre possibilità. Ho letto che qualche populista diceva di portarli altrove, ad esempio ad Amburgo. Ma come è possibile solo pensarlo? Sono oltre 4000 km di distanza. È assurdo solo pensarlo. Queste persone non sanno di cosa parlano...». Il comandante della Ong racconta nei dettagli quanto accaduto quella notte e amareggiato adesso chiede un incontro con la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, «per sollecitare il governo ad abrogare i decreti sicurezza» che sono «delle leggi disumane» e «non degne di un paese come l'Italia».