Sul caso Luca Morisi, indagato per droga, «chi dice cose tanto assurde dovrebbe anche spiegare quale sarebbe stato il nostro interesse. Altrimenti è solo un insulto all’intelligenza delle persone». Lo dice la procuratrice di Verona Angela Barbaglio, che gestisce il fascicolo per cessione di stupefacenti in cui è indagato Morisi, in un”intervista al "Corriere della Sera".

Parla il capo della procura di Verona

«Noi non abbiamo avuto alcun ruolo nella gestione di questa notizia e quindi non so davvero che cosa rispondere – dice – Lo ripeto, non abbiamo alcun interesse per gli effetti sull’elettorato e mai, ribadisco mai, abbiamo pensato a strumentalizzazioni delle inchieste. E poi basta analizzare le date per capire che siamo rimasti sorpresi anche noi da tutto questo clamore». «La denuncia risale al 14 agosto, per noi è un fatto antico – aggiunge – Abbiamo effettuato i nostri accertamenti e nulla è mai emerso. È rimasto tutto segreto fino a che non sono state rese note le dimissioni dall’incarico». La procuratrice non si dice arrabbiata, «in realtà mi lascia del tutto indifferente - sottolinea - però ci tengo a difendere i colleghi che lavorano con me e tengo molto a proteggere l’operato dei carabinieri - continua - E per questo chiarisco che nessuno si può permettere di avanzare sospetti di alcun tipo. Sono in magistratura da 44 anni, conosco le dinamiche perfettamente, ma non accetto illazioni sul nostro lavoro».