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I familiari delle vittime del naufragio visitano il palazzetto con le bare e svolgono operazioni di riconoscimento (Lapresse)
Le associazioni del Crotonese hanno messo a disposizione psicologi, mediatori, tutti i posti letto di cui disponevano. A pagare hotel e B&B ci hanno pensato non solo le associazioni, ma anche imprenditori crotonesi che hanno voluto restare anonimi. C'è anche il camper di ''On the road'', posteggiato a pochi metri dal Palamilone, dove sono sistemate le 70 bare. Da anni il camper distribuisce pasti quotidianamente ai migranti, ma non solo. E poi c'è persino chi ha offerto i loculi di famiglia, come un anziana signora di Botricello, o un cittadino di Vibo Valentia che ha messo a disposizione due loculi della sua cappella.
«Sono orgoglioso della risposta della mia gente, la gente di Calabria, davanti a questa terribile tragedia. La popolazione si è mobilitata tutta intera: per salvare i poveri naufragi; per cercare i dispersi; per consegnare generi di prima necessità ai superstiti; per confortare i familiari delle vittime, per piangere i morti", dice all'Adnkronos Francesco Verri, avvocato penalista di Crotone, che rappresenta legalmente alcune famiglie delle vittime. «Migliaia di persone di ogni età hanno salutato e omaggiato con rispetto e commozione le bare allineate nel palasport - prosegue - E' come se ognuno di noi avesse perso un familiare in quella notte tremenda. Non c'è differenza fra “noi” e “loro”. Non deve più esistere il “loro”. Questo è il messaggio mandato - con ferma compostezza - da una Calabria civile, dignitosa, profondamente umana. E con la stessa serietà, con fiducia e senza isterismi, Crotone attende anche di conoscere i risultati delle indagini della magistratura che sta ricostruendo cos'è accadute in quelle ore maledette».
L'avvocato Salvatore Celso, Presidente Aiga di Crotone, aggiunge: «Ci sono eventi tragici che commuovono tutti noi, siamo, purtroppo, "abituati", ad accendere la TV e in quell'attimo in cui viene divulgata la notizia sentiamo un nodo al petto. Poi ascoltiamo i commenti, le polemiche e magari finiamo per farci anche la nostra idea più o meno critica sulle responsabilità e su ciò che si sarebbe potuto o dovuto fare».
«Poi una mattina capita di svegliarsi e quello stesso TG che ascolti tutte le mattine ti fa apprendere che uno di quegli eventi è accaduto proprio dietro l'angolo di casa, senti che un barcone carico di persone è naufragato sulle coste della tua città - dice ancora l'avvocato - Le notizie si susseguono, nei giorni a seguire vedi direttamente con i tuoi occhi il dolore di chi ha perso figli, fratelli, genitori o semplici compagni di quel maledetto viaggio. A quel punto non hai più il filtro della TV o della lettura tramite un giornale ed il pensiero è solo per quelle persone, quei fratelli per chi crede in Dio, e le polemiche a cui ti interessavi quando la notizia non l'avevi vissuta direttamente, perdono, almeno in questa fase, quella centralità che spesso gli avevi attribuito» conclude Celso, rispondendo all’Adnkronos.