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Niente maggioranza, come del resto nelle ultime due votazioni. Il governo britannico non dispone infatti di un «sostegno sufficiente» per sottoporre ad un terzo «voto significativo» della Camera dei Comuni l’accordo sulla Brexit stretto da Londra con Bruxelles. Lo ha detto la premier Theresa May intervenendo ieri in aula. L’intervento della May ai Comuni e il dibattito che ne è seguito non stanno dando indicazioni di particolare chiarezza sulle prossime mosse del governo e il futuro della Brexit che mai come ora appare in alto mare. Annunciando che al momento non c’è un «sostegno sufficiente» all’accordo negoziato con Bruxelles e indicando la sua contrarietà a che il Parlamento prenda il controllo del processo di uscita dalla Ue attraverso una serie di «voti indicativi», la premier non ha escluso alcun esito per la Brexit.
May ha in tal senso ventilato l’ipotesi che, se il governo dovesse essere costretto a chiedere un’ulteriore proroga dell’articolo 50, inevitabilmente il Regno Unito finirebbe per partecipare alle elezioni europee di maggio. Allo stesso tempo, la premier non ha del tutto escluso l’ipotesi di un ” no deal”, una traumatica uscita dalla Ue senza accordo. In particolare, in uno scambio di battute con il capogruppo dello Scottish National Party, Ian Blackford, che le chiedeva se intende rispettare la volontà del Parlamento che nelle scorse settimane ha respinti l’ipotesi ” no deal’”, la premier ha fornito una risposta ambigua. I voti ai Comuni contano, ma contano anche i 17,4 milioni di voti di quanti si sono espressi per l’uscita dalla Ue, ha replicato la premier.
Severa, come fin dall’inizio delle trattative, la posizione dell’Ueche si prepara a un’uscita del Regno Unito senza accordo, scenario sempre più probabile: «Poiché è sempre più probabile che il Regno Unito lascerà l’Unione europea senza un accordo il 12 aprile, la Commissione europea ha completato i suoi preparativi per il no deal“, si legge in una nota diramata ieri.
La Commissione, allo scopo, ha anche istituito un numero verde europeo, gratuito da tutta l’Ue ( 00 800 67891011), con il servizio Europe Direct, in tutte le lingue ufficiali dell’Ue, per chi avesse domande da fare su come prepararsi ad un no deal. Il numero è già attivo