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Lo Stato del Mali è a rischio di attacchi terroristici, per questo la Corte di appello di Firenze riconosce la protezione sussidiaria a un richiedente asilo maliano. Difeso dall’avvocata Anna Lisi, il migrante ha fatto ricorso in appello all’ordinanza emessa dal tribunale di Firenze che gli ha confermato il provvedimento che gli aveva rigettato la sua domanda di protezione internazionale. Lo stesso tribunale aveva comunque osservato che il maliano ha dichiarato di provenire dalla regione di Kayes, dove, a seguito della morte dei genitori, viveva insieme ad un senegalese, aiutandolo nell’attività di tassista. Un giorno, a bordo del suo taxi, all’età di 14 anni, a seguito dello scoppio di una gomma, aveva provocato un incidente, nel quale due passeggeri erano morti e altri due erano rimasti feriti. Si erano avvicinate alcune persone, accusandolo dell’accaduto e minacciandolo di morte. Aveva pertanto deciso di fuggire prima in Algeria, dove era stato tre anni, poi in Libia e infine in Italia. Il migrante ha dichiarato inoltre di non voler tornare in patria, per la paura di essere perseguitato dai parenti delle vittime dell’incidente stradale e arrestato dalla polizia. Per il tribunale, però, il racconto del ricorrente appariva scarsamente credibile per la lacunosità e sommarietà della narrazione. E che, comunque sia, la zona nella quale viveva era esente dagli attentati terroristici.
Invece, per la corte d’appello, la quale gli ha riconosciuto la protezione umanitaria, la credibilità della sua narrazione non è un elemento da prendere come parametro. Ma l’elemento da prendere in considerazione è il rischio attacchi terroristici che infesta l’intero Stato del Mali. In particolare, per la Corte «la situazione emersa, dunque, non era quella affermata nell’ordinanza, nel senso che il Mali non era diviso fra zone a nord, interessate dall’insurrezione di matrice terroristica, e zone a centro e sud, compresa Bamako, pacificate o in via di pacificazione; bensì era tutto quanto a rischio di attacchi terroristici, con aumento del rischio a nord. La zona centro sud di provenienza del (...), quindi, era interessata dal rischio di attacchi terroristici».
D’altronde l’esistenza di un persistente stato di pericolo è riaffermata dall’Unità di Crisi della Farnesina sino a tutto il 31 ottobre del 2018. Inoltre, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con risoluzione numero 2423 del 28 giugno del 2018, nell’estendere la missione Minusma sino al 30 giugno di quest’anno, ha avuto modo di affermare la propria preoccupazione per il deteriorarsi della sicurezza.
Parliamo della missione dell’Onu in Mali, visto che è scosso da una sanguinosa guerra civile tra il governo centrale, i separatisti tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad e i ribelli islamisti. Al migrante, dunque, viene riconosciuta la protezione umanitaria visto che è l’intero Paese a subire gli attacchi dei terroristi, compreso il centro sud doveva risiedeva.