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«Abbiamo letto con estrema attenzione il documento diffuso dalla Società italiana di anestesia di analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), che definisce criteri di scelta per l’ammissione alle terapie intensive, ove le risorse non fossero disponibili per tutti a seguito di un precipitare dell’emergenza dovuta a Covid-19. Lo recepiamo come un grido di dolore. Nessun medico deve essere costretto a una scelta così dolorosa. La nostra guida, prima di qualunque documento che subordini l’etica a principi di razionamento, e che dovrebbe in ogni caso essere discusso collegialmente dalla professione, resta il Codice di deontologia medica. E il Codice parla chiaro: per noi tutti i pazienti sono uguali e vanno curati senza discriminazioni». Lo dichiara Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo). Commentando in una nota le Raccomandazioni di etica clinica, diffuse dalla Siaarti per gestire l’ammissione alla terapia intensiva in caso di grave emergenza sanitaria e di carenza di risorse legate all’emergenza coronavirus, Anelli afferma: «Non possiamo permettere che si verifichino gli scenari prospettati dalla Siaarti. Il nostro Servizio sanitario nazionale è forte e il ministero della Salute e il Governo stanno, con i provvedimenti eccezionali di questi giorni, ulteriormente mettendolo in sicurezza. Stanno aumentando i posti nelle terapie intensive, comprando le apparecchiature necessarie, assumendo personale. Dovere della Fnomceo, ente preposto alla tutela della Salute, è dare la migliore consulenza perché vengano messe in atto tutte le misure necessarie». «Chiediamo alle Regioni che anche la sanità militare e la sanità privata vengano reclutate per gestire l’emergenza - prosegue il presidente degli Ordini medici - mettendo a disposizione le loro strutture: le cliniche, i reparti di rianimazione, gli ospedali da campo. Chiediamo loro che il personale sanitario riceva subito i dispositivi di protezione necessari per portare avanti il lavoro in condizioni sicure per loro e per i pazienti. Chiediamo a tutti i cittadini di adoperarsi per limitare i contagi, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni divulgate dal ministero della Salute, dalla Presidenza del Consiglio e dalla Protezione civile. Dobbiamo prevenire ed evitare il verificarsi delle condizioni definite ’di medicina delle catastrofì prospettate, seppure come mera ipotesi, dalla Siaarti. Non dobbiamo metterci nelle condizioni di applicare questi inaccettabili triage di guerra». «In ogni caso - conclude Anelli - ricordiamo che il medico, pur avendo tutte le competenze per dare pareri suggeriti da criteri di appropriatezza, non deve essere costretto ad ergersi a giudice. L’unico metro di giudizio della professione restano i principi della Costituzione, del Codice di deontologia, del Servizio sanitario nazionale. L’applicazione di criteri di razionamento è l’estrema ratio e richiede una discussione bioetica collegiale interna alla professione e che pervada l’intera società».