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Il Consiglio Nazionale Forense interviene di nuovo in difesa dei soggetti deboli e vulnerabili e lo fa con una delibera, inviata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e al presidenre del Comitato interministeriale per i diritti umani, Fabrizio Petri. «In questo periodo di emergenza per la pandemia da virus Covid- 19 occorre tutelare i diritti fondamentali delle persone maggiormente vulnerabili, tra cui i senza fissa dimora, coloro che vivono in accampamenti informali o ripari di fortuna ed i richiedenti asilo», scrive il Cnf, sottolineando come «la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, con dichiarazione del 26 marzo 2020, ha chiesto a tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa “di rivedere la situazione dei richiedenti asilo respinti e dei migranti irregolari in centri di detenzione e di procedere al loro rilascio nella massima misura possibile”, e con successiva dichiarazione del 7.4.2020 ha chiesto ai governi di assicurare l’accesso all’acqua ed ai dispositivi igienico- sanitari essenziali senza discriminazioni per i Rom e i Sinti che vivono in accampamenti informali». Per questa ragione, dando applicazione all’articolo 32 Costituzione tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo, il Cnf ha formalmente chiesto al governo di «adottare, con urgenza, ogni ulteriore misura necessaria per garantire il diritto alla salute, tutelato dall'art. 32 della Costituzione, evitando il propagarsi della pandemia da virus Covid- 19, alle persone vulnerabili tra cui, i senza fissa dimora e coloro che vivono in accampamenti informali o ripari di fortuna, assicurando loro un alloggio, l’accesso alle cure mediche ed al sostegno socio- assistenziale e l’accesso all’acqua ed ai servizi igienico sanitari, ed ai richiedenti asilo, nell'ambito dei centri di prima accoglienza ( Hotspot) e delle strutture di accoglienza ( Cas, Cara, Siproimi) ed alle persone soggette a trattenimento nei centri di permanenza per il rimpatrio ( Cpr), garantendo loro la dotazione di dispositivi di protezione personale, la sanificazione dei locali dove sono trattenuti, l’esercizio effettivo del diritto alla difesa ed i colloqui con gli avvocati».
L’iniziativa è stata presa nell’ambito di un pacchetto di misure promosse dall’organo istituzionale dell’avvocatura in difesa dei soggetti più vulnerabili: il Consiglio, infatti, ha già preso posizione a tutela delle donne vittime di violenza, aderendo alla campagna di comunicazione e sensibilizzazione “Libera puoi” promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e sostiene gli emendamenti proposti dalla Commissione parlamentare sul femminicidio.
Nei giorni scorsi, il Cnf ha anche aderito al Manifesto della Giustizia Complementare alla Giurisdizione, «ritenuto che il Manifesto della Giustizia Complementare alla Giurisdizione valorizza il ricorso ai procedimenti di mediazione e di negoziazione assistita, assolutamente indispensabili nella presente fase storica per la rinascita economica del Paese, quali strumenti insostituibili per la riattivazione della comunicazione interrotta fra le parti del conflitto, esaltandone l’autonomia, la consapevolezza e la responsabilità».
Inoltre, ha condiviso proposte di emendamento al D. L. n. 18/ 20 elaborate in seno al Tavolo Tecnico Ministeriale sulle procedure stragiudiziali in ambito civile e commerciale, in quanto «l’emendamento relativo alla mediazione da remoto coincide nella sostanza con quanto proposto da questo Consiglio con analoga proposta emendativa» e «gli emendamenti relativi agli incentivi fiscali alla mediazione e all’art. 91 ( preventivo esperimento della mediazione in materia di obbligazioni contrattuali) perseguono il condivisibile scopo di favorire il ricorso alle procedure alternative per la definizione delle controversie in questo particolare periodo emergenziale».
Infine, il Cnf si è rivolto a tutti i consigli degli ordini degli avvocati italiani in merito alla possibilità di mettere gratuitamente a disposizione degli Ordini una piattaforma per consentire la formazione da remoto degli iscritti. Per questo, il Cnf ha chiesto a ogni ordine di manifestare l’eventuale interesse a usufruire della piattaforma, in modo da conoscere le esigenze di ogni territorio.