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Dopo quasi due mesi di proteste anche violente che hanno causato quasi 400 morti, nuovi scontri e nuove vittime si sono registrate in Iraq, dove un ulteriore salto di qualità si è determinato con l’assalto al consolato iraniano di Najaf. Gli scontri più violenti si sono accesi a Najaf e Nassiriya, oltre che a Baghdad. Siamo nell’area sciita, eppure da un po’ di tempo nel mirino degli iracheni c’è l’Iran con la sua influenza crescente sul paese mesopotamico. Najaf è uno dei centri più sacri e importanti dell’islam sciita iracheno, e qui si è sempre vissuto un rapporto altalenante col primo paese sciita al mondo, l’Iran.
Accanto alle affinità e al sostegno anche politico del recente passato, infatti, c’è anche una rivalità etnica tra arabi e persiani e religiosa per la guida del mondo sciita. Così dal 1 ottobre le proteste contro il carovita e la corruzione hanno preso di mira l’attuale governo iracheno. Questo è stato sul punto di dimettersi, ma poi in suo sostegno è intervenuto l’Iran che blindato il premier Adel Abdul Mahdi, e a quel punto la rabbia dei manifestanti si è diretta anche contro Teheran. Anche perché nel frattempo milizie sciite filo iraniane hanno a più riprese avuto responsabilità nella morte di diversi manifestanti iracheni.
Un bilancio che ormai ha quasi raggiunto i 400 morti ufficiali, fra cui le 14 vittime di ieri a Nassiriya, dove si sono registrati almeno 70 feriti quando prima dell’alba le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco sui manifestanti. A Najaf, invece, è stato assaltato il consolato iraniano, e le forze armate hanno annunciato la creazione di un'unità di crisi per ripristinare l'ordine.
Una folla di manifestanti ha dato alle fiamme il consolato di Teheran, urlando «l'Iran fuori dall'Iraq». Le forze di sicurezza hanno usato lacrimogeni e pallottole vere per disperdere i dimostranti, due dei quali sarebbero rimasti uccisi. Il personale diplomatico iraniano era stato evacuato prima dell'attacco. Da Teheran è arrivata la condanna per l'assalto, e la richiesta di punire i responsabili. Il ministero degli Esteri dell'Iraq ha subito condannato l'attacco affermando che esso mira a danneggiare ' i rapporti storici dell'Iraq con l'Iran'.