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In tempi come questi la foto è impressionante; centinaia di persone assiepate a pochi centimetri l'una dall'altra in una sala congressi di Ekaterinburg, città che sorge a ridosso degli Urali (Russia). Sono lì riunite per la cerimonia di apertura del "torneo dei candidati", la supersfida scacchistica che dagli anni 50 decide lo sfidante del campione del mondo in carica, che attualmente è lo svedese Magnus Carlsen. Nessuna misura di sicurezza, nessuna distanza tra le persone, nessuna precauzione: l'unica persona in tutta la sala a indossare la mascherina è la cinese Hou Hifan, peraltro miglior giocatrice del pianeta. Il "padrino" della manifestazione è l'ex campione del mondo Anatoli Karpov (storico rivale negli anni 80 e 90 di Gari Kasparov) che ieri, dando il via al primo round ha persino stretto la mano di alcuni giocatori (altri si sono rifiutati) in un clima di spensieratezza che rasenta l'incoscienza. Molti ex campioni come Vladimir Karmnik, Veselin Topalov, e Judith Polgar si sono rifiutati di andare a Ekaterinburg a seguire la kermesse accusando la federazione mondiale di scacchi (Fide) e la stessa Russia di giocare con la salute delle persone. Anche uno dei candidati, l'armeno Rajabov ha disertato la competizione, sostituito all'ultimo dal francese Vachier-Lagrave. Ma il presidente della Fide Arkady Dvorkovich ha replicato con parole lunari a chi lo accusava di incoscienza e avidità (il torneo costa diversi milioni): "E' un onore disputare questa prestigiosa competizione nel momento in cui cui tutte le competizioni sportive mondiali sono sospese a causa del coronavirus". Eppure secondo diversi grandi maestri il torneo (che dovrebbe durare due settimane) rischia di essere sospeso dopo alcuni turni per evidenti motivi di sicurezza sanitaria. La Russia di Putin è un paese che quasi "per miracolo" sembra immune al covid19, appena qualche decina di casi e zero decessi stando alle cifre fornite dalle autorità sanitarie. Cifre che suscitano più di una perplessità se non proprio dei pesanti sospetti sulla gestione mediatica della pandemia da parte del Cremlino.