PHOTO
Ieri si è assistito alla contrapposizione clamorosa tra due idee diverse su quali siano i problemi della giustizia. Da una parte il Presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, che ha concentrato la sua attenzione sul funzionamento della giurisdizione, la funzione dei magistrati, le garanzie da fornire alla società. E ci ha spiegato quali siano le sue idee, le proposte, le correzioni da fare. Dall’altra parte Piercamillo Davigo, che si è posto alla testa della protesta dell’Anm e che di tutti i problemi sollevati da Canzio non ha voluto neppure sentire parlare. Ha detto che a lui al momento interessa una cosa sola, che è al di sopra di tutte le altre: le pensioni dei magistrati.
Ha posto una meschina questione sindacale? No, per la verità ha posto una chiarissima questione di potere. Le idee contro gli interessi di casta
Perché i magistrati sono l’unica categoria di lavoratori al mondo la quale non chiede di andare in pensione un po’ prima ma un po’ dopo. Perché? Appunto: potere che si perde, potere che non si vuole perdere. Tutto lì.
Davigo ha cercato ieri di smentire questa versione dei fatti, e ha spiegato che lui non si oppone all’anticipo della pensione per i magistrati ( a settant’anni, che non sono pochissimi) ma si oppone alla deroga ( di un anno) per alcune alte cariche, decisa dal governo. Perché - dice - in questo modo il governo si è potuto scegliere le alte cariche ( e il riferimento è esplicitamente a Canzio, che, in assenza di proroga, avrebbe dovuto andare in pensione il 31 dicembre).
Per sostenere che il governo si scelga a proprio comodo le alte cariche, e leda in questo modo l’autonomia della magistratura, ci vuole parecchia fantasia. Chi elegge il presidente della Cassazione ( che, appunto, ora è Ca zio)? Lo elegge il Consiglio superiore della magistratura, non il Consiglio dei ministri, né lo nomina il ministro, come avviene in molti altri paesi occidentali. E come è composto il Consiglio superiore? Per un terzo da politici eletti dal Parlamento, per due terzi dai magistrati, che votano sulla base delle candidature elettorali preparate e sostenute dalle correnti che si spartiscono l’Anm. Vi sembra logico che il capo dell’Anm si impanchi per denunciare le intrusioni politiche nella nomina di una carica sulla quale, in pratica, il gioco dell coerenti dell’Anm ha potere assoluto? A maggior ragione ieri è apparsa di grande evidenza la distanza tra la relazione di Canzio e la protesta di Davigo e dell’Anm. Il Presidente della Cassazione ha toccato i temi essenziali che riguardano la giurisdizione. E ha avanzato delle critiche molto forti. In particolare sul processo mediatico, sulla giustizia- spettacolo, sui Pm “autoreferenziali”. Ha proposto più controlli, per ristabilire i principi essenziali del diritto e del giusto processo. Si è occupato della rapidità delle inchieste, della prescrizione, della corruzione, del reato di clandestinità, del terrorismo internazionale.
Ciascuno può applaudire Canzio oppure dissentire. Può entrare nel merito, discutere.
Che tristezza invece quei rappresentati di una parte della magistratura che non hanno voluto neanche ascoltarlo, e son rimasti fuori dall’aula a occuparsi solo di se stessi.