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Che la strada della trattativa per un nuovo governo tra Pd e 5S fosse diventata irta di ostacoli lo sie era capito nella notte scorsa quando non erano bastate 4 ore di colloqui per dipanare la matassa. L’appuntamento era stato fissato di nuovo per le 11 di questa mattina, poi invece il retromarcia, tutto annullato. Il nodo sembra essere quello del nome di Conte, i grillini chiedono un pronunciamento ufficiale da parte dei dem. Pronunciamento che però non è mai arrivato pubblicamente anche se tutti davano per chiuso l’accordo. Tatticismi a parte, il tentativo di entrambi è quello di trattare da una posizione di forza ma non è detto che questo atteggiamento porti ad un blocco definitivo di ogni possibile intesa. Per il momento però i nodi al pettine sono numerosi, al di là di Conte sembra che il contendere giri intorno a temi del programma come manovra economica, giustizia e decreti sicurezza. I grillini si mostrano spazientiti, una nota del 5 S esprime lo stato della situazione: «in una fase cosi delicata per il Paese non c'è tempo da perdere. Noi stiamo lavorando intensamente per dare risposte immediate ai cittadini. E dobbiamo sbrigarci perchè il tempo stringe. Nel partito democratico, però, hanno ancora le idee confuse. Predicano discontinuità ma ci parlano solo di incarichi e di ministeri, non si è parlato ne di temi ne di legge di bilancio». «Così non va proprio bene – dice ancora il Movimento- ieri dopo 4 ore di incontro non si è arrivati a nulla. Così non si può lavorare. O si cambia atteggiamento o è difficile. Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l'ok all'incarico a Conte». Ora la palla passa al Pd che certo non può accettare soluzioni preconfezionate, ma soprattutto si attende cosa farà Mattarella che vuole solo maggioranze politiche e programmaticamente coese e attende oggi i partiti al Quirinale per consultazioni dall’esito veramente incerto.