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Da quando è scoppiato il caso di Bibbiano, si è creata una confusione incredibile tra il piano giudiziario, quello politico e quello di sistema. In mezzo ci sta la sorte dei bambini coinvolti, di cui tutti si dicono tutori ma poi li usano senza la benché minima cura.
Verdetto già scritto Una inchiesta appena iniziata è diventata in poche ore una sentenza definitiva nei confronti delle persone coinvolte. Il verdetto è quasi unanime: «Colpevoli!». Cinque stelle e Lega invece di aspettare, non dico la fine del processo, ma l’evolversi dell’inchiesta, hanno usato il coinvolgimento di tre sindaci del Pd, per abuso d’ufficio, per cavalcare la vicenda a fini di propaganda politica.
Ieri il vicepremier Matteo Salvini si è addirittura recato sul posto per arringare la folla. È un grave errore. Per tanti motivi. Intanto perché si avalla ancora di più l’idea che una inchiesta sia la verità e che i processi, il diritto alla difesa, la presunzione di innocenza siano tutti orpelli di cui si può benissimo fare a meno.
È un grave errore anche perché chi rappresenta le istituzioni dovrebbe evitare di fare processi in piazza e di cavalcare i sentimenti irrazionali che una vicenda come questa può, anche comprensibilmente, suscitare. Chi rappresenta lo Stato dovrebbe al contrario far sì che la giustizia - secondo il principio della separazione dei poteri - faccia il suo corso e qualora si dovessero evidenziare problematiche di sistema allora, solo allora intervenire.
Sistema degli affidi nella bufera Da più parti si solleva la questione di una sistema affidi non sempre all’altezza del compito. Ma una analisi del genere, con l’eventuale modifica, andrebbe discussa fuori dalla questione giudiziaria, affidata a dati certi e non al “sentito dire” e al pregiudizio che spesso, ancora oggi, riguarda la figura degli assistenti sociali.
Eppure è grazie al loro operato che si creano spesso i primi, fondamentali, strumenti per sconfiggere la violenza in famiglia sia nei confronti delle donne sia nei confronti dei minori.
Oggi quel sistema appare sotto attacco e Bibbiano in poche ore è diventata una partita, più che politica, politicista sulle spalle dei minori coinvolti. Si faccia un passo indietro, per il bene dei piccoli e per il bene dello Stato di diritto. Nessuno vuole minimizzare, ma il clamore mediatico e l’urlo della folla non aiutano certo a capire.